Scuola

Ricatti e clientelismo: la conferma del docente di sostegno su richiesta della famiglia porterà a questo?

Ricatti e clientelismo: la conferma del docente di sostegno su richiesta della famiglia porterà a questo?

Un gruppo di docenti specializzati e in formazione per il sostegno agli alunni con disabilità ha diffuso un documento critico nei confronti del DM n. 32 del 26 febbraio 2025, che prevede la possibilità per le famiglie di esprimere un parere sull’eventuale conferma degli insegnanti a tempo determinato per l’anno successivo.

Il Coordinamento nazionale per l’inclusione, composto da collettivi e associazioni di insegnanti attivi in tutta Italia, prende posizione a difesa di un modello di inclusione scolastica fondato su criteri professionali e pedagogici. I firmatari del documento inviato a Tecnica della Scuola contestano l’idea che la scelta del docente possa essere affidata direttamente alle famiglie, sottolineando come una simile impostazione rischi di indebolire la qualità dell’insegnamento e compromettere l’equilibrio della comunità scolastica.

“Ogni giorno – spiegano – viviamo in prima persona le dinamiche dell’inclusione. Siamo professionisti formati, spesso a nostre spese, e chiediamo che la nostra voce venga ascoltata quando si prendono decisioni che riguardano la didattica e il benessere degli studenti.”

Perché c’è opposizione al decreto

Il documento evidenzia diversi punti critici nel meccanismo previsto dal decreto:

Rischio per la qualità dell’insegnamento: potrebbe essere confermato un docente non specializzato a discapito di uno con formazione specifica, svalutando l’investimento universitario e la competenza professionale acquisita.

Continuità apparente: l’intento dichiarato di garantire stabilità si tradurrebbe in realtà in una proroga del precariato, senza affrontare la vera emergenza: la mancanza di organici stabili. Oggi su due insegnanti di sostegno, uno è precario, con oltre 120.000 cattedre in deroga attivate ogni anno fino al 30 giugno.

Deriva clientelare: secondo i firmatari, affidare alle famiglie la scelta del docente può generare dinamiche distorsive, soprattutto nelle aree con fragilità socio-economiche, compromettendo la libertà didattica e l’autonomia degli insegnanti.

Conseguenze sull’intero gruppo classe: si rischia di trasformare il rapporto tra insegnante di sostegno e studente in una relazione esclusiva, dimenticando che il docente di sostegno è assegnato alla classe, non al singolo alunno.

Dubbi sulla fattibilità pratica: nelle classi terminali, nei casi di studenti seguiti da più docenti o nelle assegnazioni su più sezioni, l’applicazione del decreto risulta complessa e potenzialmente controproducente.

La proposta alternativa: stabilizzazione del personale specializzato

I docenti chiedono una riforma strutturale che punti a garantire la continuità didattica attraverso la stabilizzazione degli insegnanti specializzati, non con scorciatoie temporanee. Solo così, sottolineano, sarà possibile costruire un modello di inclusione autentico, rispettoso dei ruoli, delle competenze e dei diritti di tutti.

Il documento è firmato da numerosi gruppi attivi nel settore, tra cui ESP, CIPI, DISS, RUI, Precari GPS Sostegno, e altri collettivi di docenti TFA e specializzati in tutta Italia.

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