Carta del docente precari: 1.500 euro di risarcimento dal tribunale a chi non l’ha ricevuta per grave dimenticanza del legislatore
La Carta del docente, introdotta dalla Legge 107/15, non dovrebbe essere limitata esclusivamente al personale di ruolo. A stabilirlo è il Tribunale del lavoro di Trapani, che ha riconosciuto il diritto a tale beneficio anche per i docenti precari con incarichi annuali, in contrasto con quanto previsto dalla normativa nazionale. La sentenza, emessa a seguito di un ricorso patrocinato dai legali dell’Anief, si fonda su un pronunciamento della Cassazione (n. 29961/2023) che sottolinea l’incompatibilità di tale esclusione con il diritto europeo.
Le distinzioni contrattuali
Il caso riguarda un docente che ha svolto supplenze annuali negli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 senza ricevere i 1.000 euro destinati, invece, ai colleghi di ruolo nello stesso biennio. Il giudice ha stabilito il pagamento della somma, richiamando i principi contenuti nella sentenza del Consiglio di Stato (n. 1842/2022), che evidenzia come i contratti collettivi di categoria impongano all’amministrazione scolastica l’obbligo di fornire a tutto il personale, senza distinzione tra contratto a tempo determinato o indeterminato, strumenti e opportunità per la formazione in servizio.
Il Tribunale ha fatto riferimento all’ordinanza della Corte di Giustizia Europea del 18 maggio 2022. Secondo la Corte, è contraria al diritto comunitario la normativa italiana che riserva esclusivamente ai docenti di ruolo il beneficio economico della Carta del docente. La direttiva 1999/70/CE e l’accordo quadro allegato ribadiscono che il personale a tempo determinato non deve essere trattato in modo meno favorevole rispetto a quello a tempo indeterminato, soprattutto in materia di formazione continua e valorizzazione professionale.
Ricorso per 3500 euro
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha sottolineato che l’esclusione dei docenti precari rappresenta una grave svista legislativa. Invita quindi i docenti interessati a presentare ricorso per ottenere fino a 3.500 euro, comprensivi degli interessi maturati, ricordando l’importanza di agire entro cinque anni dalla stipula dei contratti, per evitare la prescrizione.