Il riconoscimento a livello nazionale dei buoni pasto è in salita, dopo la bocciatura dell’emendamento da parte della VII Commissione del Senato che in ogni caso non scoraggia i sindacati, convinti di reinserire il provvedimento in sede di contrattazione del rinnovo triennale.
I buoni pasto per gli Ata
Ma nel frattempo alcune scuole si organizzano autonomamente, concedendo ai propri dipendenti non buoni pasto ma buoni spesa, in ogni caso un segnale importante nei confronti di dipendente molto spesso in difficoltà nel far quadrare i conti in vista della fine del mese. Succede in una scuola in provincia di Monza e Brianza.
I collaboratori scolastici dell’Istituto Comprensivo “Margherita Hack” di Nova Milanese da aprile ricevono un buono da parte della società incaricata della distribuzione dei pasti presso i diversi plessi scolastici dell’istituto. E’ una iniziativa inserita nella circolare 277 del 10 aprile 2025.
Come funzionano questi buoni? Vengono riconosciuti ai collaboratori scolastici impegnati nella rilevazione giornaliera dei pasti. Vengono erogati buoni spesa spendibili presso la catena Esselunga. I buoni vengono distribuiti solo nei giorni in cui il collaboratore presta effettivo servizio di rilevazione pasti.
Da 5 a 20 euro al giorno
Quanto viene erogato? Dipende dal numero di pasti effettivamente erogati nel plesso scolastico di riferimento.
Fascia 1: fino a 100 pasti giornalieri;
Fascia 2: da 101 a 200 pasti al giorno;
Fascia 3: da 201 a 300 pasti al giorno.
Ogni buono giornaliero può essere di 5, 10 o 20 euro, a seconda della fascia in cui ricade il plesso. Per quel che riguarda l’introduzione dei buoni pasto per docenti e Ata, Aran propone di concederli solo a chi lavora almeno 7 ore.