Diventa sempre più probabile che l’introduzione del taglio del cuneo fiscale e il pagamento degli arretrati a partire dalla sua effettiva introduzione, cioè gennaio 2025, scatti a partire da giugno. Questo consentirebbe l’aumento in pianta stabile di 80 euro in media degli stipendi rispetto agli ultimi mesi e il saldo per docenti e personale Ata della scuola (coinvolti oltre un milione di dipendenti scolastici) di circa 400 euro netti.
Sei mesi di ritardo
La scadenza non è ancora stata ufficializzata dal ministero ma viene confermata da più fonti negli ultimi giorni, per cui salvo smentite dovrebbe essere annunciata nelle prossime settimane. Un provvedimento comunque in forte e colpevole ritardo, considerato che arriverebbe a sei mesi dalla sua effettiva entrata in vigore, e che si somma ai ritardi nella conclusione degli accordi per il rinnovo del contratto scuola con cifre sul piatto ancora lontane da quelle auspicate da sindacati e personale scolastico.
Dopo la diffida da parte di Anief nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la richiesta del sindacato aderente a Cisal è che nella prossima Legge di Bilancio vengano cambiati i criteri di riparto delle risorse.
500 euro al mese entro il 2030
L’obiettivo è assicurare prima possibile parità retributiva tra il personale scolastico e quello degli Funzioni centrali dello Stato. Per il Governo andare incontro a queste richieste non sarà facile, considerato che servono 2 miliardi all’anno per arrivare al pareggio nel 2030 al termine delle tre tornate contrattuali.
L’obiettivo dichiarato sul medio-lungo periodo è portare nelle buste paga dei dipendenti della scuola, in media, altri 500 euro al mese in modo da allineare gli stipendi di personale ata e docenti al resto della pubblica amministrazione italiana, avvicinandoli a quelli della media dei colleghi europei e adeguandoli all’aumento dell’inflazione e del costo della vita.