Corsi Indire sostegno: si decide sull’aumento dei 30 cfu, a metà tra secondo ciclo e chi ne chiede la sospensione
Si avvicina l’incontro tra ministero e sindacati utile a definire caratteristiche e collocazione temporale dei nuovi Corsi Indire sul sostegno che a questo punto potrebbero partire a breve. Grande curiosità per capire innanzitutto la data di avvio dei corsi e la data entro cui i crediti andranno conseguiti. Ma c’è curiosità anche per capire se verrà meno quella che finora era stata la grande certezza di questo doppio canale di specializzazione sul sostegno, ovvero il numero di crediti che si dovranno conseguire.
Aumento dei crediti
Se fino a poco tempo fa sembravano una certezza i 30 crediti da ottenere mediante formazione online per i docenti con tre anni di servizio, nelle ultime settimane è emersa la possibilità che i crediti da ottenere possano essere di più, anche per mettere a tacere le polemiche da parte della fazione che ritiene questi corsi inadeguati a formare docenti specializzati e ingiusti nei confronti di chi ha seguito e seguirà il Tfa, ben più complesso e ne chiede addirittura l’annullamento.
Ma c’è anche una nutrita fazione da parte di chi invece crede fortemente nel valore di questa opportunità, e anzi chiede a gran voce già un secondo ciclo di Corsi Indire in modo da consentirne la partecipazione a coloro i quali resteranno fuori per questioni temporali. Il riferimento è al vincolo dei 120 giorni per i docenti con titolo estero. L’articolo 7 del Decreto-Legge 71/2024 sancisce infatti che i corsi INDIRE sono accessibili solo a chi ha presentato la domanda di riconoscimento del titolo estero almeno 120 giorni prima dell’emanazione del decreto, il 1° giugno 2024.
Il secondo ciclo
Il secondo ciclo consentirebbe di scongiurare la penalizzazione per chi ha ottenuto il titolo all’estero, ma non ha potuto avviare la procedura di riconoscimento nei tempi previsti.
Le proposte comprendono una proroga fino al 2026, per consentire cicli aggiuntivi e ridurre il rischio di contenziosi legali o una revisione del limite dei 120 giorni, introducendo flessibilità per chi ha subito ritardi non dipendenti dalla propria volontà.