Scuola

Riforma reclutamento: nel 2023 riforma del canale tecnico professionale e riforma del sostegno

Il rinnovo del contratto scuola è stato un primo biglietto da visita, peraltro apprezzato più dai sindacati che dal personale scolastico. In ogni caso il nuovo ministero di Giuseppe Valditara è sicuramente iniziato all’insegna del fare, e così dovrà proseguire a gennaio se vorrà risollevare il mondo della scuola da diversi punti di vista.

I master da 60 Cfu

A cominciare dall’attuazione dei concorsi che passa necessariamente dalla riforma del reclutamento docenti. progetto avviato dal precedente ministero con il ministro Bianchi ma interrotto sul più bello prima della scorsa estate quando mancavano soltanto i decreti attuativi a consentir la definizione dei master da 60 Cfu necessari per ottenere l’abilitazione e procedere con la partecipazione ani concorsi.

Il ministro dell’Istruzione Valditara fissa i punti principali dell’agenda in vista del prossimo anno, e si parte proprio dalla riforma del reclutamento.

Il programma del 2023

“Nel 2023 porteremo a compimento quanto iniziato, e ci concentreremo, fra l’altro, su reclutamento, riforma del canale tecnico professionale, riforma del sostegno, lotta alla dispersione scolastica, contrasto dei fenomeni di bullismo”.

Uno dei punti deboli della scuola italiana riguarda proprio uno degli aspetti più sensibili della società, quello delle disabilità. Per questo sarà necessaria una riforma del sostegno che intervenga su quei problemi evidenziati negli ultimi anni anche dall’assegnazione delle supplenze a docenti non specializzati: “E’ un tema di civiltà, di umanità nel senso più pieno e più alto del termine. Il grado di civiltà di un Paese, di una società, si misura certamente anche dal modo in cui vengono realmente incluse le persone con disabilità“.

La riforma del sostegno

I punti principali sono ben chiari nel programma del ministero: “dobbiamo concentrarci su tre problemi. Il primo è quello della discontinuità del rapporto tra alunno e insegnante di sostegno, a causa dei troppi cambi di insegnante che avvengono durante il ciclo scolastico. Il secondo è quello dell’insufficienza numerica dei docenti di sostegno. Il terzo è quello della loro disomogenea, e tuttora scarsa, formazione specializzata. Grazie ai fondi previsti per l’edilizia scolastica, provvederemo infine alla rimozione di tutte le barriere architettoniche nelle scuole italiane”.