Scuola

Mobilità 2022: c’è l’accordo, ma impedirà a docenti e Ata di tornare in famiglia

Il nuovo contratto integrativo sulla mobilità 2022 del personale scolastico, come previsto, è stato un atto di fatto unilaterale del Ministero in virtù della decisione dei sindacati, quasi all’unanimità, di non firmare l’accordo in virtù di troppi punti distanti dalle richieste inizialmente fatte.

Atto unilaterale del Ministero

Con l’emanazione del nuovo regolamento, in ogni caso, arriveranno fra circa un mese da parte di diverse decine di migliaia di docenti e Ata le richieste di mobilità.

“Il Ministero ha rifiutato di proseguire la trattativa sul testo che mostra parecchie criticità e ha imposto un prendere o lasciare immediato che ha reso impossibile la firma da parte di FLC CGIL, UIL Scuola, Snals e Gilda”, dicono i sindacati in una nota.

Decine di migliaia di famiglie non si sono potute ricongiungere

E ancora: “Il testo presenta ancora troppi vincoli che danneggiano l’intero personale scolastico che rappresenta oltre un milione di persone che rischiano di vedersi la strada sbarrata da blocchi legislativi non rimossi”. Nel confermare la sua contrarietà alle regole approvate, poiché il mancato superamento dei vincoli non produce alcuna continuità didattica ma solo l’ennesima minaccia al diritto alla famiglia, il sindacato Anief ricorda che questo assetto normativo già lo scorso anno è stata fallimentare: furono presentate solo 78 mila domande e appena 41 mila vennero accolte, con soli 6 mila trasferimenti fuori regione: “Significa che decine di migliaia di famiglie non si sono potute ricongiungere, pur in presenza dei posti vacanti e per questo motivo non avremmo firmato il nuovo contratto”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

Anche Anief sottolinea alcune criticità: nel 2016/2017 furono 250 mila le domande presentate prima dei limiti imposti dall’attuale contratto integrativo scaduto, valido per il triennio 2018/2021. “Questo non significa che siamo contrari alle domande di mobilità dei neo-assunti del prossimo anno, considerando anche che si tratta di una disposizione che sarebbe stata comunque concessa dall’amministrazione alla luce degli impegni presi dal Governo nella primavera scorsa, anche con un atto davvero unilaterale”, spiega ancora il leader dell’Anief.

Permanenza dei vincoli anche per le assegnazioni provvisorie

Pacifico aggiunge che “la permanenza dei vincoli anche per le assegnazioni provvisorie e l’insufficienza delle quote per i trasferimenti non permettono al sindacato di gioire: Anief non avrebbe mai dato il suo beneplacito ad una ipotesi di contratto che rinnova la maggior parte delle vecchie regole, da noi sempre contestate, anche nelle aule dei tribunali, spesso con successo. Di fatto – avverte il sindacalista – si aprirà una nuova stagione di ricorsi e contenziosi proprio per le nuove evidenti discriminazioni che si sono andate a determinare con queste contratto”.

“Come non è giusto – conclude il presidente dell’organizzazione autonoma – che un contratto firmato da una sola sigla sindacale (Cisl, ndr) possa valere per un milione di lavoratori: non ha senso ha certificare la rappresentatività di una sigla sindacale se poi nella contrattazione integrativa può essere ignorato il suo peso. Con questo genere di procedure, si può parlare ancora di democrazia? Secondo noi, quindi, le con il prossimo Contratto collettivo nazionale le regole devono essere cambiate”.