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Proroga dei contratti Covid: situazione surreale, scelte sbagliate e irrispettose

Ritardo nel pagamento degli stipendi e forti dubbi sul rinnovo dei contratti dell’Organico Covid Ata fino a giugno 2022. Non sembra certamente essere in cima alla lista delle priorità del Governo, almeno relativamente agli investimenti, il personale tecnico e amministrativo della scuola. Questo nonostante l’importanza che riveste nella quotidianità della scuola stessa, come più volte rimarcato dai dirigenti scolastici. Uil Scuola parla di situazione surreale, e di scelte sbagliate e irrispettose.

Salvi solo 8mila dipendenti, forse

Che i fondi, almeno per il momento, per il rinnovo dell’organico Covid Ata non andranno oltre i 100 milioni stanziati in extremis con emendamento alla Legge di Bilancio 2022, è ormai assodato. Con questi fondi si dovrà fare di necessità virtù: ma le alternative non sono molte. Una possibilità è rinnovare fino a fine anno scolastico a una parte del personale Covid, quello che i fondi riescono a coprire. Si tratta di circa 8mila dipendenti. Gli altri 14mila sarebbero licenziati a gennaio 2022. L’altra strada, più democratica e sponsorizzata dai sindacati, è quella di rinnovare tutti i contratti ma soltanto fino a marzo 2021. Nella speranza poi di riuscire a trovar estrada facendo altri fondi che possano garantire il rinnovo dei contratti fino alla fine dell’anno scolastico.

Rispetto della profilassi Covid

Il sindacato Uil Scuola resta in prima fila per cercare di assicurare l’ottenimento dei giusti diritti ai lavoratori che stanno svolgendo un compito fondamentale all’interno della scuola: “Sul primo aspetto, continua il pressing sulle forze parlamentari per assicurare la proroga a tutto il personale in servizio sin dal mese di settembre (22.000 circa), anche al fine di garantire il rispetto della profilassi Covid all’interno delle scuole che sono nuovamente alle prese con la diffusione del contagio. Pochi i 100 milioni di euro stanziati con un emendamento specifico in via di approvazione. Ne occorrerebbe almeno il triplo”.

Addio al tempo pieno

Se i dirigenti scolastici hanno minacciato l’addio al tempo pieno da gennaio in caso di mancata proroga dei contratti Covid o addirittura la chiusura delle scuole, significa che probabilmente dal Governo la funzione dell’Organico Covid Ata è stato sottovalutato. Uil Scuola suggerisce di “evitare di scatenare una guerra tra i poveri, scaricando sui dirigenti scolastici il compito di decidere a chi prorogare i contratti e chi mandare a casa, più opportuno concedere la proroga a tutti sino al 31 marzo (data finale dell’emergenza sanitaria). Servirebbe poi l’impegno a reperire le risorse per finanziare l’ulteriore proroga fino alla conclusione dell’anno scolastico con un nuovo provvedimento legislativo”.

Situazione surreale

A creare ulteriore malumore, il fatto che l’organico Covid docenti è stato finanziato e rinnovato in toto sin dal primo momento, con uno stanziamento di 300 milioni che è sembrato sottolineare una disparità di trattamento che la scuola, dal suo interno, non può comprendere: “Una situazione surreale – denuncia la Uil Scuola – frutto di scelte sbagliate e irrispettose finanche della dignità delle persone a cui vengono richiesti sacrifici continui, senza nessuna garanzia di futuro. La scuola miliardaria del PNRR deve essere inclusiva non solo per gli studenti, ma anche per il suo personale”.