Economia & Fisco

Calcolo pensione opzione donna: proroga Inps, cambiano i requisiti dal 2022

Calcolo pensione opzione donna, come funziona? Il Governo avrebbe deciso di confermare questa possibilità di uscita dal mondo del lavoro per le donne anche per il 2022. Opzione donna è riservata a quelle lavoratrici che scelgono di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Grazie a questo provvedimento, possono andare in pensione con un minimo di 58 anni di età, 59 anni se si tratta di lavoratrici autonome. Ma per il 2022 pur restando valida l’Opzione donna, potrebbero cambiare i requisiti. Oltre all’età o al minimo di 35 anni di contribuzione, ci sono anche altri requisiti per poter accedere alla misura.Calcolo pensione opzione donna: proroga Inps, cambiano i requisiti dal 2022

Come funziona opzione donna

Un impedimento potrebbe ad esempio essere la mancanza di contributi per il triennio 1993- 1995 per le dipendenti pubbliche. Altro impedimento, l’integrale assoggettamento al calcolo contributivo della pensione. Opzione donna consente di uscire in anticipo dal mondo del lavoro, ma questa possibilità ha un costo in termini economici: infatti si passa al ricalcolo del trattamento con sistema interamente contributivo, anche relativamente alle quote che sarebbero state determinate con sistema retributivo.

Il calcolo contributivo si basa sui versamenti accreditati, rivalutati in base alla variazione quinquennale del Pil nominale, oltre all’età dell’interessato al momento del pensionamento. Questo comporta una rivalutazione verso il basso degli assegni. Inoltre vengono esclusi gli ultimi anni di lavoro dal calcolo, quelli con reddito più elevato. La conseguenza è che si tratta di una possibilità importante per chi ha assoluta necessità di uscire dal mondo del lavoro senza guardare troppo l’importo dell’assegno.

Requisiti per l’Opzione donna dal 2022

Il disegno di legge di bilancio 2022 ha modificato alcuni requisiti per le lavoratrici che vogliono accedere all’Opzione donna:

– almeno 60 anni di età compiuti entro il 31 dicembre 2021, per le lavoratrici dipendenti;

– almeno 61 anni di età compiuti entro il 31 dicembre 2021, per le lavoratrici autonome;

– almeno 35 anni di contributi, accreditati entro il 31 dicembre 2021 (i periodi contributivi possono essere anche accreditati successivamente, ad esempio attraverso un’operazione di riscatto o ricongiunzione: l’importante è che la loro collocazione, nell’estratto conto previdenziale, risulti entro il 31 dicembre 2021); i 35 anni di contributi non possono essere conseguiti in regime di cumulo, cioè sommando gratuitamente i versamenti accreditati presso casse diverse: è consentito il solo cumulo “interno” all’Assicurazione generale obbligatoria

Una volta maturati i requisiti, scatta una finestra di attesa di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Chi non può accedere all’Opzione donna

Sono escluse dall’accesso a questa possibilità

– le lavoratrici prive di contributi anteriori al 1996, in quanto integralmente assoggettate al calcolo contributivo;

– le iscritte presso la gestione Separata, in quanto tutta la contribuzione presente in questa cassa è calcolata con sistema contributivo.

Le iscritte alla gestione Separata possono accedere all’Opzione donna solo se sono iscritte presso altre casse e se arrivano, presso queste gestioni, al requisito contributivo richiesto. L’Inps non consente di ricongiungere la contribuzione accreditata presso la gestione Separata.

Leggi anche: Pagamento pensioni dicembre 2021 poste italiane: calendario Inps, tredicesima, date