Scuola

Aumento stipendi personale docente e Ata: “Almeno 300€ netti al mese”

Il Governo sta pensando a un aumento degli stipendi del personale docente e Ata della scuola. Lo ha confermato lo stesso ministro Bianchi, ma le cifre di cui si parla, secondo i sindacati, sono insufficienti. Le cifre emerse in queste ore parlano di un aumento medio di 150 euro lordi.

Anief ritiene questa cifra insufficiente: “Bisogna intervenire non con aumenti di 200 euro, che riteniamo il minimo indispensabile – ha detto Pacifico e con incrementi che portino anche al recupero dei sette punti percentuali del costo della vita che ancora mancano negli stipendi. Stiamo parlando di aumenti di almeno 300 euro netti per colmare questo gap”.

Italia fanalino di coda in Europa

Il mondo della scuola si trova da anni ad avere a che fare con il blocco del contratto nazionale. Cosa che ha inevitabilmente influito negativamente sull’adeguamento degli emolumenti. Il solo fatto che la media degli stipendi degli insegnanti in Italia sia ultima in classifica rispetto ai colleghi europei, pone l’accento su una questione la cui risoluzione diventa sempre più urgente.

Le ultime vicissitudini legate alla pandemia, poi hanno messo in evidenza ancora una volta, se possibile, la necessità di implementare all’interno degli stipendi, l’indennità di rischio biologico, equiparabile a quello del personale sanitario e medico. I sindacati chiedono anche l’indennità di sede, vale a dire una indennità di trasferta da conferire a coloro i quali vengono trasferiti o prendono servizio in un posto diverso dalla propria residenza. C’è poi la questione relativa all’indennità di incarico, legata alla situazione dei precari penalizzati da più di tre anni di contratti a tempo determinato nel sistema nazionale di istruzione.

Parità di trattamento tra personale precario e di ruolo

Altra questione che i sindacati chiedono al Governo di affrontare al più presto è quella legata alla necessità di parità di trattamento giuridica ed economica tra personale precario e personale di ruolo. Serve l’abolizione di ogni vincolo alla mobilità, rispetto ai trasferimenti e alle assegnazioni provvisorie, ma anche di soluzioni che portino a passaggi di ruolo per il personale docente e dell’attivazione di passaggi di profilo professionale per il personale ATA.

Un nuovo corso

La sensazione è che il Governo Draghi, con il conferimento dell’incarico della reggenza del dicastero dell’Istruzione al ministro Bianchi, abbia voluto imprimere un punto di svolta importante per risolvere le ataviche criticità che attanagliano il mondo della scuola da molti anni. Una sfida già iniziata, con il tentativo di immettere in ruolo tutti i docenti prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, difficile ma possibile. E poi con la volontà di organizzare concorsi scuola con cadenza annuale che compensino la mancanza di docenti e riducano il fenomeno della supplentite. Ma la questione stipendi, la più dirigente perchè riguarda la sopravvivenza dei docenti, è certamente quella da affrontare al più presto.