L’assunzione dei docenti non può e non deve passare esclusivamente dai concorsi scuola. Lo ribadisce il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, tornando a parlare del doppio canale di reclutamento, che consentirebbe di affiancare all’assunzione da procedure concorsuali anche altri strumenti per velocizzare la stabilizzazione del precariato storico.
L’abuso di contratti a termine
Una strategia che in altri Paesi europei è già stata sperimentata con successo, e da cui l’Italia potrebbe prendere spunto, magari a breve, per risolvere la questione della supplentite e dell’abuso di contratti a tempo determinato che ha comportato anche procedure di infrazione da parte dell’Europa.
L’onorevole Pittoni annuncia di aver reso pubblico un suo studio sul “Reclutamento dei docenti negli Stati membri dell’Unione Europea”. Uno studio che analizza in modo sistematico i requisiti di accesso e le modalità di assunzione degli insegnanti nei diversi Paesi europei. Interessante come questo studio riesca a mettere a confronto le soluzioni adottate.
Secondo Pittoni, il confronto tra i sistemi adottati in Europa, evidenzia e conferma come il concorso pubblico non rappresenta l’unico strumento di selezione.
La fine della fase Pnrr
Un elemento in più che rafforza la convinzione di intraprendere una nuova strada nel processo di reclutamento degli insegnanti in Italia: «Il quadro che emerge offre elementi utili al dibattito italiano su formazione iniziale, abilitazione e modalità di accesso al ruolo ed è alla base del nostro progetto di diversificazione dei meccanismi di reclutamento dei docenti, il cosiddetto “doppio canale”».
Con la fine della fase concorsuale legata al Pnrr (in corso il Pnrr 3, ultima procedura nell’ambito degli accordi con Bruxelles), l’Italia potrebbe vivere una fase caratterizzata da una maggiore libertà di manovra nell’adozione di strategie utili a ottimizzare il reclutamento dei docenti.