Dopo il risultato ottenuto con le graduatorie di idonei che consentiranno a chi ha già sostenuto un concorso superando le prove, anche se non rientrando tra i vincitori, di poter ottenere il ruolo senza dover ripetere la procedura, l’attenzione del Governo si sposta sui precari storici.
L’importanza degli idonei
Lo spiega il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, sottolineando che “quasi tre anni di confronto con Bruxelles ci hanno consentito di recuperare la figura del docente idoneo, trampolino per il ruolo senza doversi sottoporre a ulteriori prove concorsuali. Ora l’attenzione si sposta sul cosiddetto precariato storico”.
Il primo passo in questa direzione è quello di nobilitare le Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), facendo in modo che tornino ad avere il ruolo centrale che hanno già avuto in passato, quando per un certo periodo hanno consentito l’accesso al ruolo sia sul sostegno che per posto comune.
La proroga dello scorrimento prima fascia gps sostegno
L’efficacia di questa strategia è dimostrata dal successo dell’immissione in ruolo per scorrimento della prima fascia Gps sostegno. Una misura che proprio in questi giorni è in attesa di proroga (al momento è prevista la scadenza a fine 2025): manca il via libera della Commissione europea alla richiesta di validità fino a fine 2026.
Pittoni spiega che proprio questa procedura rappresenta un precedente importante nello sviluppo del progetto di diversificazione del reclutamento degli insegnanti. “L’accesso al ruolo da GPS, ispirato all’articolo 59 della Legge 106 del 23 luglio 2021, conversione del Decreto-Legge 73/2021 Sostegni bis prorogato da ultimo con Decreto-Legge 19/2024, è infatti a tutti gli effetti un tassello già collaudato del meccanismo (presente nel mio ddl 1920/20) al quale da tempo si guarda in funzione dell’obiettivo di garantire che nessuna categoria resti esclusa dalla possibilità di puntare al ruolo”.
La riduzione del precariato
L’obiettivo, spiega Pittoni, è ridurre il più possibile il numero di precari: “Riportando a livelli fisiologici le supplenze, possiamo assicurare maggiore continuità didattica e quindi più qualità all’insegnamento”.