Mini call veloce sostegno 2025: obbligo di svolgere anno di prova e formazione nella provincia assegnata la nomina, senza possibilità di spostamento

La mini call veloce sul sostegno è una buonissima opportunità, ma è anche una procedura che comporta dei vincoli, dei quali è meglio essere consapevoli prima di presentare domanda per non avere poi brutte sorprese. Uno di questi aspetti riguarda la mobilità e l’obbligo di permanenza per i docenti che ottengono una cattedra mediante la mini call veloce sul sostegno.

Domande a fine agosto

Ricordiamo che la procedura sarà avviata a fine agosto, con una finestra temporale probabilmente di 48 ore se dovesse ripercorrere la procedura degli anni passati. Chi ottiene un posto dalla mini call veloce, spesso avrebbe poi bisogno di svolgere l’anno di prova in una regione diversa da quella della nomina. Una necessità che può derivare da motivi familiari o in generale da motivi personali.

Nel caso dei motivi familiari, spesso chi partecipa alla mini call veloce in una regione diversa da quella di residenza, ha poi necessità di svolgere l’anno di prova nella propria regione. E’ il caso di chi ha figli piccoli.

Il contratto da firmare

Il timore è quello di dover sottostare poi a un vincolo triennale. La normativa che disciplina la Mini Call veloce prevede che chi ottiene una nomina debba firmare un contatto a tempo determinato fino al 31 agosto, finalizzata all’immissione in ruolo.

Nel caso di chi parteciperà alla prossima procedura prevista per fine agosto (ma ancora da ufficializzare per quel che riguarda le date) in vista dell’anno scolastico 2025/26 dovrà per forza svolgere l’anno di prova e formazione nella provincia in cui è stata assegnata la nomina. Per il primo anno, quindi, la normativa non prevede alcuna possibilità di spostamento.

Quando e dove si prende servizio

Questo non significa essere soggetti a vincolo triennale, come per la mobilità, ma obbligo di prendere servizio nell’anno indicato nella sede assegnata. Tutto cambia dopo il superamento dell’anno di prova. A quel punto nulla impedirà di accedere alla mobilità, grazie alla deroga prevista per chi ha figli piccoli. Lo sancisce l’ultimo contratto nazionale firmato a gennaio e valido per il prossimo triennio.