Scuola

24 Cfu insegnamento: non si possono più ottenere, per i laureati non c’è nessun canale di formazione

Tutto tace per quel che riguarda la nuova riforma di reclutamento che il Governo si appresta a varare, sulla base delle indicazioni che arriveranno dall’Europa. Una riforma del reclutamento che potrebbe prevedere l’avvio immediato di procedure concorsuali e che in ogni caso ha come obiettivo primario la stabilizzazione dei precari e l’immissione in ruolo già in vista del prossimo anno scolastico.

Il vuoto attuale

Nel frattempo, per quel che riguarda la formazione dei docenti, siamo in un momento di limbo, considerato che non è più possibile ottenere i 24 CFU, chiusi in tutte le Università e non ci sono ancora i decreti attuativi che regolamentano l’acquisizione dei 60 CFU abilitanti previsti dalla riforma varata dal ministro Bianchi.

E così gli studenti che si laureano e vogliono diventare insegnanti non hanno al momento a disposizione alcun canale di formazione disponibile e vivono in uno stato di incertezza che si protrae ormai da diversi mesi.

Il Dpcm e i 60 CFU

Il il DPCM che regola i 60 CFU per la formazione iniziale degli insegnati doveva essere varato lo scorso luglio. Ma complice anche il cambio di Governo, tutto è rimasto cristallizzato e lo è ancora. Il nuovo ministro Valditara ha da subito mostrato di voler imprimere una decisa accelerazione alla riforma del reclutamento, ma i vincoli imposti da Bruxelles impediscono di agire liberamente. E così la nuova strategia di reclutamento resta in ghiaccio.

I candidati sono in attesa di comprendere quale sarà il meccanismo di selezione iniziale per accedere al percorso.

Le linee guida del decreto attuativo

La riforma del reclutamento Bianchi prevedeva accesso ai corso a numero chiuso, circostanza da subito criticata da forze politiche e sindacati, già in contrasto con il meccanismo del Tfa. La certezza è che saranno corsi i cui costi saranno a carico dei partecipanti, ma si pensa a un tetto che uniformi i prezzi e ponga un limite ad eventuali speculazioni.

Non solo: l’offerta formativa di 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 riguardanti l’area pedagogica e con un tirocinio diretto e indiretto di almeno 20 CFU/CFA, è ancora avvolta dal mistero, in quanto il contenuto e la struttura saranno definiti solo con l’emanazione del DPCM. Inoltre, è importante sottolineare che ogni CFU/CFA di tirocinio richiederà un impegno in presenza di almeno 12 ore nelle classi.

Un’altra informazione di rilievo riguarda il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità, che sarà specificato all’interno del decreto.

Le prove

Inoltre, per poter accedere alla prova finale, sarà necessario rispettare una percentuale di presenza alle attività formative, la cui percentuale non è ancora stata comunicata.

Infine, il decreto definirà anche le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, che comprenderà sia una prova scritta che orale.

È importante notare che i 24 CFU/CFA già conseguiti saranno comunque riconosciuti come requisito di accesso al concorso, secondo il precedente ordinamento. Inoltre, il decreto stabilirà i criteri per il riconoscimento di eventuali altri crediti universitari o accademici maturati, a patto che siano coerenti con gli obiettivi formativi del percorso.