Scuola

Mobilità scuola 2023 24: le novità in arrivo sui vincoli di permanenza

Il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, ha annunciato che è imminente un primo provvedimento sul vincolo di permanenza dei docenti. Il ministero sta lavorando anche su una nuova proposta a livello europeo per estendere la fase transitoria e affrontare il problema del precariato storico. Pittoni ha affermato che il vincolo di permanenza, sebbene previsto dalla disciplina ordinamentale, deve essere applicato in modo ragionevole e ponderato in sede di contrattazione collettiva integrativa, tenendo conto degli interessi pubblici e dei lavoratori.

Il vincolo di permanenza

L’art. 13, co. 5 del D.Lgs. 13 aprile 2017 n. 59, e l’art. 399, co. 3 del D.Lgs. 16 aprile 1994 n. 297 prevedono il vincolo di permanenza triennale sull’istituzione scolastica assegnata, ma i docenti neoassunti e neotrasferiti sono sempre più esasperati dalle crescenti difficoltà economiche e familiari. È necessario valutare se le ragioni organizzative dell’amministrazione scolastica ostacolino effettivamente la movimentazione dei docenti.

Il vincolo di permanenza è stato concepito per garantire la stabilità nella programmazione degli organici e non per preservare il rapporto discente/alunno. I docenti possono presentare domande di assegnazione provvisoria e accettare conferimenti di supplenze per altre tipologie o classi di concorso per le quali hanno titolo. Il vincolo deve essere applicato in modo compatibile con le istanze dei lavoratori.

Il problema del precariato storico

L’apertura alla movimentazione dei docenti non sembra in grado di aggravare le difficoltà nella copertura degli organici del Nord Italia. Inoltre, i flussi in entrata e in uscita sono previsti e gestiti ordinariamente dagli uffici scolastici. I docenti che sono attualmente vincolati hanno tendenzialmente punteggi inferiori rispetto ai colleghi di ruolo, quindi l’accesso alla movimentazione non determina un impoverimento delle risorse lavorative.

In conclusione, il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, ha annunciato che un primo provvedimento sul vincolo di permanenza dei docenti sta per arrivare, e ha ringraziato in particolare il ministro Valditara per il suo impegno. Pittoni ha anche sottolineato che si sta lavorando a livello europeo per affrontare il problema del precariato storico e per revisionare la posizione di Bruxelles sul vincolo.

La continuità didattica

Tuttavia, il vincolo di permanenza triennale sull’istituzione scolastica assegnata, pur essendo previsto dalla disciplina ordinamentale, ha sempre trovato modalità d’applicazione ragionevoli e ponderate in sede di contrattazione collettiva integrativa. Inoltre, il vincolo non è finalizzato a garantire la continuità didattica, ma piuttosto a rispondere alle esigenze di certezza e stabilità nella programmazione degli organici.

Pertanto, occorre valutare se le ragioni organizzative dell’Amministrazione scolastica siano effettivamente ostative al riconoscimento della movimentazione dei docenti, neoassunti e non, e se il mutamento della sede di nomina comporti seri, concreti ed oggettivi pregiudizi all’erogazione del servizio scolastico. In ogni caso, le disposizioni pattizie riservano comunque quote di organico alle movimentazioni del personale docente, quindi eventuali flussi in ingresso o in uscita sono previsti e gestiti ordinariamente dagli Uffici scolastici. Inoltre, l’apertura alla movimentazione non appare idonea ad aggravare le già croniche difficoltà nella copertura degli organici del Nord Italia.

In sintesi, la questione del vincolo di permanenza dei docenti richiede un approfondimento ponderato e una valutazione attenta delle diverse esigenze in gioco, compreso l’interesse pubblico e le esigenze dei lavoratori.