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Proroga contratti covid Ata 2023: attesa per la risposta del Senato, 55mila con il fiato sospeso

Tramontano definitivamente o quasi le speranze di un organico aggiuntivo per quest’anno scolastico. Secondo il ministero i progetti del Pnrr sono gestibili anche senza il ricorso a ulteriori docenti e Ata. Questo sta creando il malcontento di quello che è un esercito composto da 55mila lavoratori rimasti senza contratto dallo scorso giugno.

Contratti scaduti a giugno

Quello che ormai può essere chiamato ex organico covid, fondamentale nei due anni di pandemia per consentire alle scuole di svolgere regolarmente le lezioni facendo fronte alle assenze di docenti e ata e ai nuovi protocolli necessari per contrastare i contagi, ha visto scadere i propri contratti alla fine dello scorso giugno e salvo qualche piccola speranza ha compreso da subito che il suo destino sarebbe stato difficile.

I sindacati non ritengono però questa decisione compatibile con le esigenze dei dirigenti scolastici e soprattutto con gli interessi di questi lavoratori lasciati da un giorno all’altro a casa, disperdendo anche la loro professionalità ed esperienza acquisita.

Fondi Pnrr a rischio

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Ma possibile che la politica e il Governo non comprendano la necessità di un organico aggiuntivo?”, si chiede il sindacalista. “L’ho spiegato a Palazzo Chigi per ben due volte, al ministero dell’Istruzione e del Merito ogni volta che ci siamo incontrati: le scuole senza questi insegnanti e Ata rischiano di perdere i fondi del Pnrr, perché porteranno carichi di lavoro aggiuntivi non indifferenti. E non avremo un’altra possibilità per portarli avanti”.

Negli ultimi giorni, nel decreto Milleproroghe, è stato chiesto di prorogare “l’assegnazione alle istituzioni scolastiche statali un organico aggiuntivo di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario”, in modo da “programmare e attuare la riforma del PNRR in merito al capito di missione 4, Componente 1-5 e utilizza sia risorse già allocate nel bilancio del ministero dell’Istruzione e del Merito sia risorse relative al finanziamento 1.3. della M4-1”.

L’attesa per la risposta

Anief non ha perso la speranza che possa arrivare una risposta positiva da parte del nuovo Governo: “il sì del Senato alla nostra proposta sarebbe una risposta coerente con quanto espresso anche da tutti i partiti politici durante la recente campagna elettorale che ha portato alle elezioni politiche di fine settembre 2022: tutti, indistintamente, si si sono detti d’accordo nel potenziare la scuola, gli investimenti per migliorare e laddove necessario il personale che vi lavora: aggiungere alcune unità di lavoratori in ogni istituto autonomo rientra in questa logica, ancora di più perché nelle prossime settimane sarà enorme la mole di lavoro da affrontare in ogni istituto per condurre i tanti progetti e i tanti fondi del Pnrr”.