Scuola

Docenti precari di religione: via alle assunzioni con concorso riservato e graduatoria permanente, tre anni di servizio negli ultimi cinque o otto

Tra i docenti precari, gli insegnanti di religione sono tra i pochi a poter effettivamente beneficiare di interventi sostanziali a favore della stabilizzazione dei loro contratti di lavoro. Questo grazie alla decisione recente della corte di Giustizia europea che sta ribadendo negli ultimi mesi l’illegittimità del precariato, a qualunque livello, e dunque anche nel mondo della scuola.

Servizio su cattedre vacanti

I recenti tentativi di sindacati e forze politiche per ridurre drasticamente l’abuso dei contratti a tempo determinato degli insegnanti di religione precari in servizio su cattedre vacanti sembrano finalmente ottenere successo.

Merito anche del parere della Corte di Giustizia europea di inizio 2022 e della Corte suprema di Cassazione. Alla fine la soluzione è arrivata grazie all’intervento del Senato, che con un emendamento al decreto legge 36 che regolamenta la riforma del reclutamento scolastico, ha annunciato l’arrivo di una procedura riservata a tutti i precari di religione che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio.

I requisiti per partecipare al concorso

La procedura prevede una sola prova orale grazie alla quale si andrà poi a formare una graduatoria successiva permanente. Grazie a questo concorso, l’obiettivo è quello di andare a immettere in ruolo più di 100mila docenti di religione. Ora non resta che attendere il bando relativo, che ufficializzi il tutto e che sancisca l’avvio della procedura, specificandone i contenuti e i termini, temporali e non solo.

Il requisito per partecipare al concorso è aver avere svolto almeno 36 mesi di servizio. Non si sa molto altro delle caratteristiche del concorso, se non che sarà articolato in un’unica prova orale sulla disciplina. Non è ancora deciso invece il periodo di validità dei tre anni minimi di supplenze svolte. Potrebbero essere anche più di cinque, si pensa fino a otto.

E gli altri precari?

La speranza di politica e sindacati e che adesso il contrasto al precariato da parte del ministero possa essere allargato al più presto anche a tutti gli altri docenti che possono vantare un servizio simile.