Scuola

Rinnovo contratto scuola: il ritardo di quattro anni non è una novità, per il precedente gli insegnanti hanno dovuto aspettare dieci anni

Nonostante il passare degli anni, la situazione dei dipendenti della scuola fa fatica a migliorare e la sensazione è di vivere un deja vu. Il rinnovo contrattuale dei dipendenti della scuola tarda ad arrivare: le cifre messe sul piatto dal ministero rappresentano un punto d’incontro minimo per accontentare i sindacati, e a rendere il tutto ancora più frustrante sono i tempi, lunghissimi, che si sta impiegando per formalizzare il tutto.

Aumento più arretrati

Come detto la sensazione è di un film già visto. Il rinnovo del contratto, se arrivasse domani (prospettiva quantomeno ottimistica ma poco realistica), sarebbe comunque in ritardo di quattro anni, al punto che i dipendenti della scuola dovrebbero beneficiare non solo dell’aumento in busta paga, ma anche del pagamento degli arretrati.

A testimonianza che la situazione costituisce un malcostume della politica italiana, che evidentemente a livello storico fa fatica a recepire l’importanza della valorizzazione degli insegnanti per una scuola di qualità, c’è il precedente del 2018, quando si firmò un contratto con dieci anni di ritardo dal precedente.

Inflazione galoppante

Verrebbe quasi da dire, se il rinnovo dovesse arrivare a breve, che la situazione sta migliorando, ma non è così perchè quattro anni di ritardo sono comunque un’enormità, soprattutto se si contestualizza il momento storico ed economico, che rende gli stipendi dei docenti assolutamente insufficienti a far fronte all’inflazione e all’aumento del costo della vita.

L’Istat registra un incremento nell’ultimo anno del 6% del costo della vita. Per questo, anche se insufficienti, ottenere i circa cento euro lordi di aumento in busta paga a dipendente e i 2-3mila euro di arretrati, costituirebbe comunque un passo in avanti.

Contratto ponte

Con l’intenzione di sedersi però subito, nuovamente, attorno a un tavolo per discutere del contratto scuola successivo, in modo che questo diventi più che altro un contratto ponte. L’accordo attuale costituirebbe un aumento scarso del 4%. Nel prossimo servirebbe, come minimo, fare altrettanto.