Scuola

Naspi insegnanti 2022: quando viene pagata, il requisito fondamentale è aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 48 mesi precedenti l’evento disoccupazione.

Con la fine dell’anno scolastico coincidente con il mese di giugno, per molti lavoratori della scuola, che loro malgrado costituiscono la spina dorsale della stessa, arriva il momento di fare i contri con il termine dell’incarico annuale. E’ la condizione dei precari scuola, dei supplenti, che devono fare i conti con l’incertezza di una condizione di precarietà che si rinnova di anno in anno.

In attesa del bonus 200€

Per loro anche la beffa d non poter rientrare nel bonus dei 200€ che il Governo Draghi erogherà a luglio, proprio in virtù dell’assenza di un contratto in quel periodo dell’anno. Per i precari della scuola c’è però la possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione Naspi.

Alla Naspi possono accedere coloro i quali possono vantare un minimo di contributi versati nei precedenti quattro. Se ricorrono determinati requisiti, scatta il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione.

La Naspi è un diritto anche dei supplenti, precari della scuola che possono vantare un contratto a termine.

I requisiti minimi

Per poter accedere a questo istituto, non è più indispensabile aver svolto un minimo di 30 giorni di lavoro effettivo nel corso dei 12 mesi precedenti. Il requisito fondamentale è aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 48 mesi precedenti l’evento disoccupazione.

Per ottenere la disoccupazione Naspi bisogna presentare domanda. La procedura è esclusivamente online e si può espletare sul sito dell’Inps. L’importante è non superare i 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Se si presenta la domanda successivamente, si decade dal diritto a ottenere l’assegno.

Presentato un emendamento

Come detto al momento la Naspi costituisce l’unico diritto cui possono fare appello i precari della scuola, dal momento che il bonus 200€ sembra tagliarli fuori in quanto erogato a luglio, mese in cui i supplenti del mondo della scuola non risultano titolari di alcun contratto di lavoro. Ma è già stato presentato un emendamento a questa incongruenza che potrebbe consentire anche ai precari della scuola di beneficiare di questo sostegno, sia pur minimo, pensato per far fronte all’aumento del coto della vita che negli ultimi mesi ha subito una decisa impennata.