Scuola

24 cfu insegnamento: scompaiono dopo essere stati chiesti per anni, posti dedicati per i precari con tre anni di servizio

Uno dei dubbi che accompagnano maggiormente gli aspiranti docenti e in generale il mondo della scuola in vista della riforma del reclutamento che, salvo piccole modifiche, resterà sostanzialmente invariata rispetto alla formula attuale criticata da sindacati e forze politiche, riguarda il ruolo futuro dei 24 cfu.

Il futuro dei 24 cfu

Roberto Rampi, capogruppo del PD in commissione Istruzione e Cultura al Senato, nel corso dell’intervista live su OS TV ha affrontato l’argomento. Il Pd ha inserito a tal proposito alcuni emendamenti, che vanno appunto a tutelare coloro i quali hanno investito tempo e danaro nell’acquisizione di crediti che adesso rischiano di non avere più alcun valore da un giorno all’altro. Crediti “che abbiamo chiesto alle persone di ottenere e adesso non possono scomparire“, “gli anni di insegnamento tenerli come un valore, pensare a dei posti dedicati“, riflette Rampi a proposito dei 3 anni di servizio dei precari. “E il tema delle paritarie, è molto importante riconoscere il lavoro svolto in queste scuole“, conclude il senatore dem.

“Sappiamo che il nostro modello di reclutamento non è l’unico. E abbiamo scelto di proporre delle modifiche che possano riscontrare la convergenza con gli altri partiti politici”.

Il calo demografico

Il senatore sottolinea come le risorse economiche siano il principale problema della riforma: “Vanno cambiate le risorse di questo decreto. Ci sono delle coperture economiche che in realtà non lo sono. Si va’ a pescare da economie interne alla scuola discutibili, come la prospettiva di diminuzione dei bambini”.

Cn il calo demografico dei prossimi anni, il ministero punta a ridurre il numero dei docenti. E invece servirebbero più insegnanti secondo Rampi “noi abbiamo in mente un modello che abbia insegnanti in grado per intervenire sia sui ragazzi in difficoltà che quei ragazzi che hanno bisogno di un momento dedicato. Servono più insegnanti secondo noi. E anche un tempo scuola maggiore. Per fare tutto questo occorrono risorse“.

Semplificare il reclutamento

Inoltre, “la premialità della formazione però non si può fare con i risparmi“, aggiunge Rampi.

Sul tema della carta del docente, recentemente estesa anche ai precari ma destinata a dimezzarsi per finanziare la formazione professionale incentivata: “Noi abbiamo pensato alla card degli insegnanti che aveva una logica. Era uno strumento per i docenti per darsi dei momenti di crescita. Quella carta va preservata e anzi potenziata“.

Sul percorso di reclutamento disegnato del ministro Bianchi, secondo Rampi “bisogna semplificare il meccanismo del reclutamento, troppo farraginoso si presenta così com’è stato scritto. Potrebbe scoraggiare i ragazzi che vogliono diventare insegnanti“.