Scuola

Carta del docente precari come richiederla: in 200mila docenti hanno diritto a 2500 euro di arretrati, supplenti e insegnanti di ruolo svolgono le stesse mansioni

Proprio quando la carta del docente si appresta a subire pesanti ridimensionamenti in termini di budget a disposizione, per finanziare la formazione professionale incentivata inserita nella nuova riforma del reclutamento, arriva un’importante sentenza della VI sezione della Corte di Giustizia Europea nei confronti dei docenti precari.

500 euro all’anno

Con ordinanza del 18 maggio 2022, la Corte ha sancito che tutti i docenti precari della scuola hanno diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500 annui, tramite la cd. “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente.

Una sentenza che ancora una volta conferma il recente orientamento che va verso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori della scuola a tempo determinato, e che compensa quanto negato dal ministero a livello normativo.

Come detto un peccato che questa sentenza arrivi proprio adesso he la carta del docente si trova a un passo da un pesante ridimensionamento, con la decisione di destinare parte del budget destinato all’aggiornamento professionale dei docenti alla formazione incentivata inserita nella riforma del reclutamento docenti.

2500 euro di arretrati

Secondo le stime, sono 200 mila i docenti che ora potranno richiedere fino a 2.500 euro di bonus per gli ultimi cinque anni. Un duro colpo per le casse dello Stato che dovranno, nel caso tutti facciano ricorso, trovare mezzo miliardo per risarcire i precari. La sentenza si basa sul principio secondo cui non c’è distinzione di mansioni tra gli insegnanti di ruolo e quelli assunti con contratti a termine, per cui hanno allo stesso tempo necessitò e diritto di svolgere la medesima attività di aggiornamento e di qualificazione delle proprie competenze professionali.

Parità di trattamento

Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’associazione sindacale Anief che ha promosso il ricorso, “si tratta di una sentenza storica non solo in quanto completa il delicato percorso di parificazione del personale precario al personale di ruolo, ma anche perché ribadisce l’equipollenza e pari dignità del servizio espletato dai docenti a tempo determinato, consentendo a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal Ministero dell’Istruzione le somme non versate”.