Scuola

Riforma reclutamento docenti: comporterà tagli al personale e alla carta del docente. Penalizzerà formazione e valorizzazione professionale degli insegnanti coinvolti

Tra le tante voci contrarie alla riforma del reclutamento docenti, che stanno sottolineando l’inadeguatezza di decisioni avverse allo spirito che la riforma stessa avrebbe dovuto incarnare (agevolazione del percorso per diventare docenti, risoluzione della questione precari, aumento del personale anzichè tagli allo stesso) c’è anche quella di
Giuseppe Cosentino, esperto di politiche dei sistemi formativi, già Direttore Generale del Personale e poi Capo Dipartimento Istruzione del MIUR, in un approfondimento riportato dalla Cisl Scuola.

Le critiche alla riforma del reclutamento docenti

Cosentino non nasconde la sua contrarietà ai contenuti della riforma del reclutamento docenti avanzata dal governo Draghi e ne spiega il perchè: “Un excursus di grande interesse, sostenuto dalla conoscenza della materia e dalla notevole esperienza maturata per anni in ruoli chiave nel governo del sistema di istruzione, che la CISL Scuola ha scelto di diffondere ritenendo che possa rappresentare un contributo particolarmente significativo al dibattito su un provvedimento sottratto fin qui al confronto e al coinvolgimento non solo delle parti sociali, ma della stessa politica”, aggiunge.

Il tema della formazione

Non è da sottovalutare la filosofia che c’è dietro la formazione docenti pensata dalla riforma, che passerà anche attraverso una forma di incentivi stipendiali che costeranno alla scuola tagli al personale e alla carta docente per reperire i fondi necessari: “L’analisi di Cosentino evidenzia i gravi limiti delle soluzioni indicate nel decreto sia sul versante del reclutamento che della formazione e ancor più della valorizzazione professionale, con scelte che vanno in direzione esattamente opposte a quella che sarebbe necessario imboccare: il rischio è di veder condannato al fallimento, ancora una volta, un progetto concepito e costruito con un approccio verticistico, lontano dalla realtà e caratterizzato da un taglio dirigista laddove occorrerebbe puntare con forza sull’autonomia delle scuole e sul protagonismo della comunità educante”, conclude la nota della Cisl Scuola.

Il fallimento dei test a crocette

Intanto il ministro Bianchi, oltre alle tante critiche alla riforma, deve anche incassare l’ennesimo attacco dell’ex ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che su Facebook non le manda certo a dire, parlando del concorso scuola: “Risultati disastrosi, tutta colpa dei test a crocette. I candidati non hanno potuto utilizzare carta e penna, non ha senso. Il ministro Bianchi persevera nell’errore e conferma almeno fino al 2025 i test a crocette. Cercheremo di modificare il provvedimento della riforma del reclutamento al Senato”.