Scuola

Fase transitoria precari scuola: come funziona la riforma del reclutamento docenti

Uno degli elementi che caratterizzeranno la nuova riforma del reclutamento che il ministro Bianchi ha presentato sotto forma di bozza a forze politiche e sindacati e che vivrà di numerosi passaggi prima di arrivare a una definizione completa, sarà la fase transitoria che accompagnerà questa riforma fino alla fase definitiva del 2024.

Fase per traghettare gli aspiranti docenti fino al 2024

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha presentato una riforma del reclutamento che contiene un percorso legato al Pnrr che non potrà entrare in vigore in maniera completa e definitiva da un giorno all’altro, ma che avrà bisogno di diversi passaggi grazie a una fase transitoria che traghetterà gli aspiranti docenti fino al 2024.

La fase transitoria sarà caratterizzata dalla necessità di possedere laurea magistrale e 30 CFU formativi universitari e accademici per poter accedere al concorso docenti. Chi riuscirà a vincere il concorso potrà iniziare a lavorare grazie alla firma di un contratto di supplenza part time. Inoltre integrerà la formazione iniziale con altri 30 CFU per poi accedere alla prova finale che consentirà di ottenere l’abilitazione.

La fase finale per l’immissione in ruolo

L’abilitazione sarà utile alla possibilità di insegnare nelle scuole paritarie. Ci sarà invece un ulteriore passaggio necessario per coloro i quali ambiscono a completare il percorso per insegnare nelle scuole statali. In questo caso, infatti, sarà necessario intraprendere l’anno di prova, al termine del quale è prevista la valutazione finale. Sarà questo l’ultimo passaggio, perchè in caso di valutazione positiva il docente sarà infine immesso in ruolo.

Fase transitoria sul precariato

Il Ministro ha intenzione di introdurre una fase transitoria sul precariato, allungando la fase di accesso (laurea a ciclo unico più un anno con accesso a numero programmato), ma anche valutando tutti i docenti, durante la carriera, sulla base della loro formazione con incidenza diretta pure sugli scatti di anzianità che quindi perderebbero la loro automaticità. I sindacati in questo senso sono preoccupati, perché in questo modo si allungherebbero i Cfu, introducendo un numero programmato utile solo per partecipare al concorso e non per l’immissione in ruolo. Con i precari con 36 mesi di servizio che potranno accedere direttamente alla procedura selettiva, come già avviene oggi.