Scuola

Precari scuola: fase transitoria per il personale docente con 36 mesi di servizio e per chi è in possesso di 24 cfu, le novità per la riforma del reclutamento

Il ministro Bianchi si gioca molto con la riforma del reclutamento docenti, che non è piaciuta a sindacati e forze politiche e che ha prodotto una serie di emendamenti che in questi giorni vengono esaminati dalla Commissione Cultura e Istruzione al Senato. Chi spera che la riforma venga rivoluzionata nutre eccessivo ottimismo. Qualche richiesta verrà accolta, per provare a mediare, ma sostanzialmente resterà la stessa partorita dal decreto voluto dal ministro Bianchi.

Dialogo sì, ma con limitazioni

Lo sciopero che si profila per la fine del mese e il rischio di mandare in tilt scrutini ed esami di fine anno, non spaventa più di tanto il ministro che resta convinto della bontà di un progetto che darà i suoi frutti solo a lungo termine: “L’impianto non può essere sradicato. Se arriva una proposta dal Parlamento che riesca a migliorare tale aspetto allora va bene”. Insomma apertura al dialogo ma con forti limitazioni.

“La Commissione europea ci chiedeva un percorso standard per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, per questo abbiamo fornito un percorso standard per chi vorrà fare l’insegnante”.

Tagli all’organico

Il partito democratico propone “l’eliminazione dei tagli all’organico potenziato, l’avvio del percorso formativo durante la laurea magistrale e non più durante la triennale, una fase transitoria rivolta al personale docente in possesso dei 36 mesi di servizio e a coloro che sono in possesso di 24 cfu, la modifica del percorso di formazione incentivata, con un più ampio rinvio alla contrattazione collettiva e la previsione di scatti di carriera anticipata per coloro che vi prendono parte”.

La fase transitoria

La Lega spinge affinchè: “nella fase transitoria del nuovo meccanismo di reclutamento dei docenti, va invertito l’ordine dei fattori indicato dal decreto legge 36. Prioritario non sia il concorso, ma la disponibilità di percorsi formativi abilitanti all’insegnamento senza numero chiuso e senza dover prima superare l’ennesima selezione, e l’accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno con tre annualità di esperienza specifica (attualmente oltre un docente di sostegno su tre non è specializzato)”.

Lavoro di ascolto

Il M5S annuncia di essere “al lavoro sul testo del decreto sulla scuola collegato al PNRR, attualmente in commissione istruzione al Senato. Si tratta di un lavoro di ascolto e di studio portato avanti insieme ai colleghi di Camera e Senato, con l’obiettivo di formulare proposte di modifica utili a migliorare il testo. In particolare per noi è necessario scongiurare qualsiasi tipo di taglio e continuare la stagione di investimenti sulla scuola avviata dal governo Conte II”.