Scuola

Recupero somme e scatti stipendiali sottratti: ecco l’unico modo per ottenere la corretta ricostruzione di carriera comprensiva di tutti i periodi di precariato

Se non arrivano gli interventi ministeriali a restituire dignità e diritti ai lavoratori precari della scuola, quantomeno ci pensa la giustizia che accogliendo i ricorsi di docenti penalizzati prova a rimettere un minimo di ordine in una situazione decisamente sbilanciata.

Discriminazione a livello europeo

E’ il caso del non riconoscimento del servizio lavorativo dei precari, che implica una discriminazione in aperto contrasto con la clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla dir. 99/70 del Consiglio dell’Unione Europea.

Diritto che però viene riconosciuto ai lavoratori grazie alla sentenza dei tribunali: l’ultimo in ordine di tempo è il Tribunale di Catania, che in funzione di giudice del lavoro ha ordinato al ministero dell’Istruzione la revisione della ricostruzione della carriera di un’assistente amministrativa assunta a tempo indeterminato nel settembre 2011 considerando a pieno tutti i servizi svolti.

Anzianità maturata e anzianità di servizio

La sentenza del giudice sancisce che è necessario l’assolvimento del “diritto del ricorrente all’immediato riconoscimento dell’anzianità maturata in tutti i servizi non di ruolo prestati a decorrere dall’a.s. 2001-02, con la medesima progressione professionale riconosciuta dai CCNL Comparto Scuola via via vigenti al personale ATA di pari qualifica assunto a tempo indeterminato e, per l’effetto, condannare il Ministero dell’Istruzione a collocare la ricorrente al livello stipendiale corrispondente a tutta l’anzianità di servizio maturata e al pagamento delle differenze retributive derivanti dall’applicazione dei conseguenti incrementi stipendiali, oltre interessi e rivalutazione monetaria dalla data di scadenza dei singoli ratei”.

Il nuovo contratto di lavoro

Un principio che i sindacati auspicano possa essere ricompreso all’interno del nuovo contratto di lavoro, in via di contrattazione dal punto di vista economico e normativo. Al momento infatti solo chi presenta ricorso ottiene il recupero delle somme e degli scatti stipendiali sottratti, oltre che la corretta ricostruzione di carriera comprensiva di tutti i periodi di precariato. Diritto che invece dovrebbe essere riconosciuto a livello contrattuale.

La sentenza

Nella sentenza, il giudice del Lavoro catanese ha disapplicato “l’art. 569 del D.Lgs. n. 297/1994 e dei decreti di ricostruzione di carriera” emessi per il docente nel 2013 e nel 2018, aprendo invece al “diritto di parte ricorrente ad ottenere la ricostruzione di carriera mediante il riconoscimento integrale del servizio prestato con contratti di lavoro a tempo determinato alle dipendenze del Ministero convenuto, con conseguente collocamento nella corrispondente posizione stipendiale di riferimento”. Il giudice ha infine stabilito che l’amministrazione scolastica dovrà pagare alla parte “ricorrente le relative differenze retributive”.