Scuola

Doppio canale di reclutamento addio: immissione in ruolo solo con concorsi pubblici

La riforma del reclutamento sta facendo discutere non solo i sindacati, ma anche le forze politiche che spingono per interventi che correggano tutte le criticità riscontate da una nuova regolamentazione che non sembra convincere a pieno. La sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, a Orizzonte Scuola, sostiene la bontà di questa riforma e ne spiega i dettagli.

Doppio canale bocciato

Secondo la sottosegretaria all’istruzione, questa riforma: “era per il reclutamento. Il Pnrr ha dato una grande opportunità, era necessario coglierla e farlo in fretta. Questo decreto dà una visione organica alla formazione e soprattutto, questo è fondamentale, dà ampio spazio alle competenze e alle metodologie didattiche per chi dovrà insegnare a scuola”.

Uno dei temi caldi, sponsorizzati da altre forze politiche ormai da molti anni, è costituito dalla necessità di ripristinare il doppio canale di reclutamento. Lega e sindacati sono convinti della necessità di introdurre questa misura, mentre la Floridia no: “Lo dico da docente, c’è stato nel passato e ha sempre creato difficoltà con docenti di Serie A e Serie B. Il canale per l’immissione in ruolo deve essere unico e deve essere quello dei concorsi pubblici. Sul concorso stiamo cercando di riflettere per trovare un percorso più condiviso possibile. Contemporaneamente stiamo cercando di smaltire le graduatorie. Noi finalmente stiamo iniziando i concorsi, questo è fondamentale. Le graduatorie si sono realizzate perché da troppo tempo non si realizzano i concorsi. Fare le procedure concorsuali è anche una garanzia per i docenti stessi”.

Disparità di trattamento

Una posizione che non può essere condivisa dalla Lega, da sempre sostenitrice del doppio canale di reclutamento. Ne parla il responsabile scuola del Carroccio, il senatore Mario Pittoni, che invece ribadisce la necessità di questo tipo di interventi: “Servono percorsi formativi abilitanti all’insegnamento senza numero chiuso e senza dover prima superare l’ennesima selezione”.

Inoltre, “sul reclutamento – continua Pittoni – fa sorridere che qualcuno pensi si possa risolvere situazioni molto diverse con lo stesso meccanismo concorsuale. Vorrebbe dire creare ulteriore disparità di trattamento reale. Fenomeno spesso legato alla non conoscenza dei problemi della scuola, caratteristica di certa classe politica troppe volte pure poco disponibile all’ascolto”.