Scuola

Aumento stipendi docenti: altri 200€ subito in busta paga, è la richiesta dei sindacati

Il tema dell’aumento degli stipendi docenti tiene banco ormai da anni, ma il fatto che il rinnovo del contratto, scaduto, non viene rinnovato, lascia le retribuzioni decisamente indietro rispetto al costo della vita che negli ultimi mesi ha subito un’ulteriore aumento.

Inflazione ufficiale in aumento

Se non dovessero arrivare interventi sostanziali del Governo, in tempi brevi, la situazione potrà ulteriormente peggiorare. L’appello è di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, preoccupato dalla stima dell’Istat, di questi giorni, in base alla quale l’inflazione ufficiale è arrivata al 5,8%.

“Pensiamo di colmare i 20 punti di ritardo rispetto all’inflazione, accumulatisi negli anni, con un doppio intervento a dir poco modesto: il rinnovo contrattuale 2019/2021 che comporta un po’ di arretrati e il 4% di aumento, ed ora una ‘mancia’ di 1.000 massimo 2.000 euro una tantum a duemila docenti iper-formati prevista dalla irricevibile riforma del reclutamento e formazione. Ma stiamo scherzando? Noi non ci stiamo e venerdì prossimo scioperiamo”, ricorda il leader dell’Anief.

Primo maggio occasione per riflettere

Il primo maggio, giornata dei lavoratori, è l’occasione ulteriore per una riflessione sulla situazione di una delle categorie più penalizzate nel nostro Paese, situazione che stride con il ruolo particolarmente importante della categoria stessa: “Credo che questo dibattito sia diventato davvero scadente. Qui c’è un problema concreto – sottolinea Pacifico intervistato dall’agenzia Teleborsa – perchè mai come oggi bisogna valorizzare e non svilire il lavoro che ogni giorno si fa in classe, magari fosse solo in classe” e senza progetti o funzioni aggiuntive. “Come penso anche al personale che in questo momento è stato espulso dalle classi solo perché non ha ottemperato all’obbligo vaccinale”. Pacifico chiede: “Se da domani, 1° maggio, non serve più il Green pass per entrare a scuola e negli edifici pubblici. Perché allora non possono rientrare in classe tutti i docenti?”.

Urge il rinnovo del contratto

Il ritardo con cui arrivano i rinnovi dei contratti è certamente un degli elementi più penalizzanti per la categoria, in particolare per il “personale amministrativo ed educativo della scuola: anche loro non sono valorizzati per il lavoro che svolgono. I loro stipendi sono sempre più poveri. La verità è che lo Stato, anziché trattare solo con Confindustria per il lavoro privato, metta i soldi per la scuola, per i dipendenti della scuola, perché gli stipendi sono veramente da morti di fame. Ricordo che negli ultimi 16 anni sono stati firmati soltanto due contratti per i dipendenti pubblici: quelli del 2006/2009 e del 2016/2018. Gli altri periodi sono stati ‘liquidati’ con delle somme forfettarie. Invece nel lavoro privato – ricorda Pacifico – gli aumenti medi nello stesso periodo sono stati anche del 30%”.

Servono altri 200€ di aumento in busta paga

La richiesta di Anief è quella di andare oltre l’aumento previsto di 100 euro medi a lavoratore: servirebbero, quindi, altri 200 euro, oltre alla reintroduzione del primo gradino stipendiale sottratto ai neo-assunti e uno ‘scatto’ dopo 35 anni di carriera. In alternativa una finestra per il pensionamento anticipato a 63 anni senza tagli all’assegno di quiescenza.