Scuola

Riforma reclutamento docenti: percorsi formativi abilitanti (Pas) i grandi assenti

La riforma del reclutamento docenti presenta molte novità sul percorso che gli aspiranti insegnanti dovranno seguire per arrivare non solo ad ottenere il ruolo, ma anche solo a riuscire a ottenere la possibilità di partecipare al concorso. La sensazione è che le difficoltà per diventare insegnanti possano aumentare ulteriormente, e che passino attraverso la necessità di un percorso più complicato ma non necessariamente selettivo nel modo giusto.

Concorsi annuali, con prove a quiz?

La volontà del ministero di attuare concorsi annuali è sicuramente indirizzata verso la giusta direzione, ma se poi il risultato dovesse essere quello degli ultimi concorsi ordinari, o dello stesso concorso stem della scorsa estate, ci si ritroverebbe punto e daccapo.

Ecco perchè sarà necessario, prima di attuare la riforma del reclutamento, stabilire se la prova ideale per i concorsi sia quella a crocette con i quiz, che ha ampiamente mostrato i suoi limiti in più di un’occasione. Il senatore della Lega, Mario Pittoni, ha incontra il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e gli ha consegnato le sue indicazioni circa tutto ciò che sembra non funzionare nella bozza di decreto sul reclutamento dei docenti.

Mancano i percorsi abilitanti

“Segnalate in particolare l’assenza di percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (Pas) aperti a chi ne avrebbe urgente bisogno e diritto salvaguardando un fondamentale patrimonio d’esperienza, e di correttivi alla legge 73/2021 che impone l’inefficace ma economica selezione concorsuale con quiz a crocetta. Riproposto infine il nostro impianto di riforma, risolutivo su molti punti. I prossimi giorni pubblicherò ampi stralci della relazione per il ministro”. Lo scrive in una nota il responsabile Scuola e vice presidente della Commissione Istruzione del Senato.

La sensazione è dunque che ci sia ancora molta strada da fare prima che la riforma del reclutamento venga messa definitivamente a punto, e che riesca a conciliare i punti di vista del ministero, delle forze politiche della maggioranza e soprattutto dei sindacati che hanno una visione al momento distante da quella proposta da Bianchi.