Scuola

Educazione motoria scuola primaria: a settembre 2.234 posti assegnati tramite supplenze

La revisione dell’organico docenti per il prossimo anno scolastico non fa registrare sostanziali novità per quel riguarda l’aumento, auspicato, del contingente insegnanti che dovrebbe servire a far fronte alla necessità di riduzione dei precari e soprattutto allo sdoppiamento delle classi ancora definibili come pollaio.

Una buona notizia a metà

Solo il sostegno sembra in grado di poter beneficiare di un aumento di personale, per il resto le richieste dei sindacati sembrano restare pressochè inascoltate. Il fatto che se sono stati confermati i numeri dello scorso anno, senza riduzioni, costituisce una buona notizia a metà, dal momento che gli organici risultano insufficienti per garantire il diritto all’istruzione, la continuità didattica e l’addio alle classi pollaio.

Marcello Pacifico, presidente Anief, sostiene che “siamo ancora una volta al di sotto delle esigenze, ci sono poi diversi problemi irrisolti, come l’organico di motoria alla primaria e su come verrà gestito rispetto ai ruoli ed agli incarichi”.

Educazione motoria, largo ricorso alle supplenze

Secondo le tabelle del Ministero dell’Istruzione i posti interni in organico di diritto per l’insegnamento dell’educazione motoria sarebbero, per l’a.s. 2022/23, solamente 13, a fronte di 2.247 posti su scala nazionale. Ciò significa che a settembre 2.234 posti per l’insegnamento dell’educazione motoria alla primaria potrebbero essere assegnati solo tramite supplenze.

Per compensare la carenza di organico, servirebbe coprire con personale di ruolo tutti i posti attualmente disponibili e vacanti, mediante la stabilizzazione di tutti i precari con concorsi riservati per titoli e con un esame finale a conclusione dell’anno di formazione e prova.

Trasformazione dell’Organico Covid docenti

Una soluzione sarebbe anche quella della trasformazione dei contratti Covid docenti in contratti a tempo indeterminato, facendo diventare docenti di ruolo inseriti nell’organico di diritto tutti quegli insegnanti che in questi due anni di pandemia hanno svolto un ruolo fondamentale per consentire un insegnamento adeguato ai ragazzi, e dei quali non si potrà fare a meno da settembre nonostante la fine dello stato di emergenza fissato per il 31 marzo.