Ata

Personale Ata: reintegro dei 40mila posti tagliati alla riforma Gelmini

Nell’ambito del contingente appartenente al Personale Ata, senza i 40mila posti tagliati dalla riforma Gelmini oggi gli istituti sono privi di sicurezza. Lo sostiene il sindacato Anief, che proprio per porre rimedio a questa situazione, chiede che vengano reintegrati con un emendamento al DL Sostegni ter.

Sono le conseguenze della pandemia e dell’emergenza Covid, che tra i vari settori della società ha in particolare colpito il mondo della scuola. E ha fatto emergere i disavanzi storici della scuola italiana tra il personale docente, ma anche tra gli amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.

Per invertire la rotta, è fondamentale, in vista dell’avvio del prossimo anno, cancellare l’articolo 1, comma 3, del D. P. R. 22 giugno 2009, n. 119, che ha spazzato via oltre 40mila posti di Ata nella scuola. In caso contrario verrebbe meno l’efficienza e la sicurezza delle istituzioni scolastiche. A chiederlo ai senatori della VI Commissione, anche in audizione, è il sindacato Anief, con un emendamento al decreto 2505 Sostegni ter.

Il testo dell’emendamento

All’articolo 19, al comma 3 inserire il seguente comma:
“A partire dall’anno scolastico 2022/23, per la formulazione degli organici del personale ATA è ripristinata la normativa previgente a quanto disposto dall’articolo 1, comma 3, del D. P. R. 22 giugno 2009, n. 119.”

Motivazione: in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico occorre ripristinare i posti del personale ATA la cui consistenza di organico è stata ridotta, al fine di garantire l’efficienza e la sicurezza delle istituzioni scolastiche”.

Organico Covid ancora in bilico

In tutto ciò si attende ancora la conferma dell’organico Covid Ata e docenti fino alla fine dell’anno scolastico. La Legge di Bilancio ha prorogato i contratti scaduti alla fine dello scorso anno fino a marzo 2022, con la promessa poi di provvedere alla proroga ulteriore fino alla fine dell’anno scolastico. Per il momento però non è ancora arrivata alcuna conferma ufficiale in merito, e il timore degli appartenenti all’organico Covid è che la fine dello stato di emergenza per fine marzo possa far dubitare il Governo della necessità di prorogare i contratti fino alla fine dell’anno scolastico.