Scuola

Quando si torna a scuola: il 5 gennaio data decisiva

Conferma docenti di sostegno: merito e graduatorie calpestate, prima convertire gli attuali 100.000 posti in deroga in cattedre di diritto

Sono giorni decisivi per capire il reale impatto delle feste di Natale sulla curva dei contagi. Gli ultimi giorni i dati sono stati falsati dal consueto calo di tamponi che coincide con il weekend. Tra il 3 e il 5 gennaio, la situazione sarà più chiara: un numero di tamponi elevato e la settimana abbondante trascorsa dalle festività di Natale del 24, 25 e 26 daranno la dimensione esatta dalla situazione epidemiologica in Italia, e consentirà al mondo della scuola di interrogarsi e darsi delle risposte in vista della riapertura prevista tra il 7 e il 10 gennaio.

Si decide il 5 gennaio

Se è vero che la priorità del Governo è scongiurare la didattica a distanza, è altrettanto vero che potrà essere fatto soltanto se i numeri lo consentiranno e se ci saranno le garanzie di tutta una serie di condizioni di sicurezza imprescindibili.

“Fondamentale tutelare la didattica in presenza” è la parola d’ordine del Governo. Che non trova totalmente d’accordo il Comitato Tecnico Scientifico, più prudente e orientato a concedere una proroga di una settimana per capire meglio l’evolversi della situazione.

In questo senso fondamentale potrebbe rivelarsi la data del 5 gennaio, quando ci sarà una riunione del Consiglio dei Ministri. A ridosso dell’Epifania, a poche ore dalla riapertura delle prime scuole il 7 gennaio, con dati più concreti alla mano sarà più semplice decidere.

Garantire uniformità di insegnamento

La sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia è convinta che “non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza”. Rossano Sasso – sottosegretario all’Istruzione insieme a Floridia – ha sottolineato come priorità del governo sia quella di “preservare la didattica in presenza”. Lo strumento deve essere quello di “innalzare i livelli di sicurezza delle nostre scuole con dispositivi di aerazione e ventilazione, mascherine Ffp2 e un rafforzamento dei sistemi di tracciamento“.

Secondo il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa sarà possibile “rispettare la riapertura dell’anno scolastico e l’inizio delle lezioni per il 10 gennaio”. In questo senso la scuola potrà contare su “risorse importanti”, utili a potenziare il monitoraggio dei casi Covid e lo screening dei tamponi.

La parola d’ordine, oltre a prudenza sembra essere “uniformità. La segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi spera che le lezioni siano in presenza o a distanza per tutti, senza distinzioni: “Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in dad ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al pc”, ha detto Gissi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *