Scuola

Assunzione per chi ha lavorato almeno 6 mesi durante la pandemia: il Governo ci pensa

Assunzione per chi ha lavorato almeno 6 mesi durante la pandemia e conferma nei ruoli di tutti i docenti che hanno superato l’anno di prova. E’ la richiesta di Anief al Governo, per rimediare in tempi brevi alla cronica assenza di insegnanti nelle scuole italiane. Il sindacato ha presentato una serie di emendamenti alla Manovra che hanno lo scopo di trovare una scorciatoia al reclutamento insegnanti, in attesa del via libera della nuova proposta del Ministro Bianchi, puntando a “premiare” chi ha retto la baracca in questi mesi di pandemia.

Risolvere il precariato della scuola

La via più breve, e anche più giusta dal punto di vista lavorativo, è risolvere la questione dei precari, presenti nella Scuola italiana in percentuale doppia rispetto alla media degli altri comparti. Il nuovo piano di reclutamento del ministro Bianchi punta forte sulla formazione e sulle competenze, da acquisire durante il corso universitario prima di arrivare al concorso.

Chi più dei precari che hanno lavorato nel mondo della scuola nel periodo più difficile della storia recente, possono garantire professionalità e competenze da investire subito nell’istruzione degli studenti? In un colpo solo, con la proposta di assumere chi ha lavorato almeno 6 mesi durante la pandemia e conferma nei ruoli di tutti i docenti che hanno superato l’anno di prova, si risolverebbe il problema di una parte del precariato, della supplentite e del reclutamento di personale pronto e qualificato.

Diminuire la supplentite

Dunque bene il via libera ai nuovi concorsi, ma nel frattempo si può iniziare a immettere nei ruoli dello Stato tutti i supplenti della scuola che abbiano svolto anche non continuativamente un periodo minimo di servizio.

Il sindacato chiede, “al fine di migliorare la funzionalità delle istituzioni scolastiche e consentire la valorizzazione della professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio anche durante il periodo di emergenza”, di assumere in ruolo tutti i lavoratori della scuola che abbiano “maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze alle dipendenze del sistema nazionale di istruzione almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022”.

Procedura già sperimentata

Questa procedura, fa notare, il sindacato autonomo, sarebbe analoga a quella adottata già in Italia “per il personale sanitario e risponde al reclamo collettivo accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali n. 146/2017 e alla procedura d’infrazione 4231/2014 ancora attiva”, oltre che risolvere “la carenza di disponibilità per le immissioni in ruolo registrate negli ultimi anni, favorendo la continuità didattica”.

Il sindacato chiede, inoltre, di confermare in ruolo tutto “il personale docente assunto a tempo indeterminato con riserva dal Ministero dell’Istruzione, in esecuzione di provvedimenti cautelari giurisdizionali”, nel caso di già avvenuto “superamento dell’anno di prova”. La disposizione, chiede ancora Anief con apposito emendamento, prevede anche la cancellazione “dei provvedimenti di licenziamento già notificati dall’amministrazione e previsto il reintegro nei ruoli. Tutto chiesto, spiega l’organizzazione guidata da Marcello Pacifico, “allo scopo di garantire la continuità didattica, anche nelle nuove modalità, in ragione della semplificazione delle nuove procedure concorsuali e della gestione della fase transitoria per la lotta alla supplentite nell’amministrazione scolastica, al fine di garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2021/2022”.