Scuola

Green Pass scuola: illegittimo rispetto al principio di non discriminazione

Nuovo capitolo per quel che riguarda il Green Pass scuola, e in generale l’obbligo di certificazione verde in Italia nei posti di lavoro e non solo. I giudici dell’organo superiore amministrativo hanno accolto l’istanza degli appellanti di abbreviazione dei termini per discutere l’appello nella prossima Camera di Consiglio dell’11 novembre.

Sconfessata la copertura comunitaria

Ma arriva anche la decisione, da parte della Commissione europea, relativa a una serie di interrogazioni parlamentari, che sconfessa la copertura comunitaria sull’uso della certificazione italiana nei luoghi del lavoro. Nel frattempo continua la possibilità di presentare ricorso, grazie a sindacati come Anief che proseguono nella loro battaglia contro il Green Pass, sostenendone l’illegittimità.

Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, rigettando la richiesta di sospensione immediata dell’ordinanza del Tar Lazio inoltrata dagli appellanti, a una delibera sommaria, ha di fatto deliberato che non vi è alcuna violazione della privacy né discriminazione alla luce della possibilità di ricorrere ai tamponi. Il principio è che il diritto alla salute pubblica è preminente a quello individuale specie nella funzione docente. Ma va detto che la sospensione retributiva non è irreparabile né irreversibile. Diversa invece la posizione della Commissione europea, secondo cui non c’è alcun nesso tra il Regolamento comunitario che introduce norme per la libera circolazione tra i Paesi durante la pandemia.

“Illegittimo rispetto al principio di non discriminazione”

Il presidente Anief, Marcello Pacifico evidenzia come “è del tutto evidente che quanto sta avvenendo in Italia sul possesso della certificazione verde per tutti i lavoratori del settore pubblico e del privato deve ancora trovare una sua legittimazione rispetto al principio di non discriminazione protetto da una precisa direttiva europea. Per quanto riguarda la scuola, è irragionevole imporre il Green Pass al solo personale per tutelare la salute degli studenti, quando due su tre di essi non sono vaccinati o vaccinabili pur frequentando le stesse classi (5,5 milioni)”.

“Anche per questo, come sindacato Anief chiediamo l’estensione a tutto il personale di un’indennità da rischio biologico. Un pensiero, infine a quei docenti sospesi che hanno servito lo Stato durante la didattica a distanza, potrebbero continuarlo a farlo, ma risultano senza stipendio ormai da mesi, a cui non è giusto negare lo stato di sopravvivenza, in attesa di un reintegro o di un risarcimento”, conclude Pacifico.

La risposta della Commissione europea

“Per garantire che anche le persone non vaccinate possano godere del diritto alla libera circolazione il regolamento istituisce un quadro a livello europeo per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati relativi non solo alla vaccinazione, ma anche ai test e alla guarigione dalla COVID-19. Esso afferma chiaramente che la vaccinazione non costituisce una condizione preliminare per l’esercizio del diritto alla libera circolazione. L’uso nazionale dei certificati COVID-19 per scopi diversi dall’agevolazione della libera circolazione all’interno dell’UE non rientra nell’ambito di applicazione di tale regolamento”.

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