Economia & Fisco

Pensione con 41 anni di contributi: per tutti, pro e contro della proposta

Andare in pensione con 41 anni di contributi. Fosse per la Lega, sarebbe questo il futuro e il perno del sistema previdenziale italiano. Salvini spinge affinchè la riforma pensioni del Governo Draghi consenta di passare a quota 41 per tutti. La riforma sarebbe possibile estendendo la normativa attuale che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età solo a coloro che rientrano nella categoria dei lavoratori precoci.

Pensioni Quota 41 ultimissime notizie

Per questa categoria di lavoratori, il requisito è di almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età. Il sistema è riservato a coloro i quali rientrano in specifici profili di tutela e che sono disoccupati. La Lega vorrebbe come soluzione ponte un prolungamento di Quota 100, per dodici mesi. Sarebbe questa una condizione sufficiente a tirarsi indietro su altre richieste.

Al momento la soluzione più probabile, che troverebbe d’accordo anche Salvini, sembra essere quella di Quota 102 per un anno. Sembra essere questa la strada più condivisa, e che consentirebbe di ottenere un “equilibrio attuariale”, cioè la garanzia di sostenibilità del sistema pensionistico. Una soluzione ponte che consentirebbe poi di introdurre nuovi interventi di flessibilità in uscita.

Proposta Draghi alternativa a Quota 41

Non è la quota 41 sponsorizzata dalla Lega, ma almeno una soluzione che soddisfa e che scongiura il rischio di un ritorno alla legge Fornero. Insomma si andrebbe verso la pensione a 64 anni, anticipandola di 3 anni rispetto agli attuali 67, mantenendo 38 anni di contributi. Non solo: il Governo sta pensando a un fondo ad hoc di 500 milioni che permetta ad alcune categorie di accedere all’uscita anticipata dal mondo del lavoro con le regole di Quota 100.

Era difficile pensare che sarebbe stata accettata ‘quota 41′, proposta della Lega che si basava sulla pensione ’41 quota fissa’. Nell’idea di Salvini, sarebbero bastati 41 anni di contributi abbinati ai 62 anni di età. Il risultato sarebbe stato un quota 103 con criterio di contribuzione che resta sostanzialmente fisso. La richiesta era stata avanzata in vista del 2022. Poi per il 2023 l’impianto proposto dalla Lega, e a cui lavora in prima linea l’ex sottosegretario al Mef e attuale responsabile del Lavoro per il Carroccio Claudio Durigon, prevede schema 63+41, per un risultato finale di 104.

Riforma pensioni rinviata, resta la Fornero ma modificata

Come detto al momento Draghi sembra orientato verso Quota 102 per un solo anno. Tradotto vuol dire che la riforma pensioni vera e propria verrebbe accantonata, sostituita da alcuni provvedimenti ponte, che traghettino poi verso opzioni di flessibilità in uscita nel brevissimo periodo, mantenendo di fatto la struttura della legge Fornero. Che tra lacrime e proteste, comunque il suo risultato l’ha portato a casa, ma che necessita sicuramente di correttivi.

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