Economia & Fisco

Pensioni quota 102 come funziona: dal 2023 si passa a quota 104

Tante le indiscrezioni sulla riforma pensioni e ci si chiede pensioni quota 102 come funziona: interessanti novità da parte del Governo sul fronte della previdenza. Il programma dell’esecutivo sarebbe quello di introdurre quota 102 nel 2022. Sarebbe un anticipo di quello che succederebbe poi l’anno successivo con la quota 104, nel 2023. Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma forti indiscrezioni che trapelano dalla proposta avanzata nella cabina di regia sul documento di programmazione del bilancio dal ministro dell’Economia Daniele Franco. L’obiettivo è quello di riformare quota 100. Il metodo principale per superare la legge Fornero.

Pensioni quota 102 come funziona, e 104?

Ma come funziona per le pensioni quota 102? Semplificando, con quota 102 si può andare in pensione già a 64 anni, con 38 di contributi all’attivo. Stesso meccanismo di quota 104, che però come si intuisce richiede un requisito maggiorato di due anni. Le intenzioni del Governo sarebbero anche quelle di abolire Opzione Donna. Questo impedirebbe di andare in pensione a 58-59 anni con 35 di contributi e il ricalcolo dell’assegno col contributivo (quindi un taglio del 30%).

Ma sul tavolo ci sono altre possibilità al vaglio del Governo. Si parla anche di Ape contributivo. E’ una proposta spalleggiata soprattutto dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che nei giorni scorsi ha parlato anche di riscatto gratuito della laurea come soluzione per incentivare i giovani e studiare e agevolare l’uscita dal mondo del lavoro dei laureati attuali. Con questa formula, sarebbe possibile uscire anticipatamente a 63-64 anni con una penalizzazione dell’assegno fino al raggiungimento dei 67 anni.

Rivalutazione assegni

Ma non sono accantonate nemmeno le ipotesi di Ape sociale, proroga di Opzione donna e ampliamento del contratto di espansione. Non è esclusa anche la possibilità di rivalutare gli assegni attuali in base all’inflazione.

I sindacati sostengono che “non è possibile continuare ad affrontare un tema così complesso e sensibile come quello delle pensioni attraverso indiscrezioni passate agli organi di stampa. L’unico modo serio di parlare di pensioni è quello di aprire un vero tavolo di confronto con il sindacato”, dice il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

I sindacati non ci stanno

“Questo ci aspetteremmo dal Governo. Notizie come quelle che ipotizzano nuove quote e pensioni a rate rischiano di alimentare confusione ed incertezza. La Cisl ribadisce la propria posizione: non è accettabile uno scalone con la fine di quota 100. È necessaria una flessibilità per accedere alla pensione a partire dai 62 anni di età. In ogni caso, 41 anni di contributi a prescindere dall’età dovrebbero essere più che sufficienti. Inoltre, bisogna tutelare sul piano previdenziale le donne ed i giovani, chi svolge lavori di cura e lavori usuranti. Come è necessario garantire un adeguato potere di acquisto ai pensionati e rafforzare la quattordicesima”, conclude.

Secondo Uil “le ipotesi che circolano per sostituire quota 100 non corrispondono nel modo più assoluto all’esigenza di introdurre una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione intorno a 62 anni”.

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