Scuola

Green Pass scuola abolizione: la decisione di oggi del Tar del Lazio

Il Tribunale regionale del Lazio conferma anche il decreto del Presidente della Terza sezione. Anief apre le adesioni per ricorrere d’urgenza in Consiglio di Stato. Per i giudici la pubblicazione del DPCM assorbe le eventuali illegalità commesse nei primi giorni di scuola nella verifica del possesso della certificazione verde, in linea con la legislazione sovranazionale. Sui risarcimenti patrimoniali legati al pagamento dei tamponi, in merito alle censure sul Protocollo di sicurezza firmato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi con le altre organizzazioni sindacali, si discuterà nel merito.

Una decisione attesa

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dichiara: “Ci aspettavamo questa pronuncia, che non aggiunge niente a quella di un mese fa ma che era necessaria per poter fare agire i giudici di Palazzo Spada. L’attuale normativa, infatti, continuava a cozzare con il regolamento comunitario. In caso di nuovo rigetto, andremo anche alla Cedu dopo aver interessato la Corte di Giustizia europea sulla violazione del principio di non discriminazione. Noi, di sicuro, non ci fermiamo dinanzi a questo modo di agire illegittimo e discriminante nei riguardi del personale scolastico costretto a presentare la certificazione verde”.

Ricorso Anief

Il TAR del Lazio, in seduta collegiale, conferma nei contenuti il decreto del Presidente della Terza sezione – bis, a seguito della discussione in Camera di Consiglio del 5 ottobre. Anief ricorre d’urgenza in Consiglio di Stato per impugnare il provvedimento ed apre le pre-adesioni per far costituire gratuitamente ad adiuvandum tutto il personale scolastico contrario all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde, forte delle 150 mila firma raccolte da quest’estate.

Domanda pregiudiziale

Tra le nuove considerazioni che non hanno comunque affrontato la domanda pregiudiziale di remissione degli atti alla Corte di giustizia europea, per i giudici della terza sezione bis del Tar Lazio, la pubblicazione del DPCM di metà settembre assorbe le censure sulle illegali verifiche disposte dal ministero dell’istruzione all’inizio dell’anno scolastico sul possesso della certificazione verde nonché le dedotte violazioni della privacy, alla luce del parere favorevole del garante. Per il collegio, le censure relative alla sospensione della retribuzione, di altri compensi o emolumenti potranno essere discusse direttamente nel merito essendo ascrivibili a un mero danno patrimoniale non irreparabile, parimenti ai risarcimenti rispetto alle spese dei tamponi sostenute.

Leggi anche: App Sogei Green Pass: come funziona, perchè non è stata ancora approvata

Depotenziamento degli strumenti

Ad ogni modo, tali contestate prescrizioni del DPCM impugnato, troverebbero copertura legislativa ascrivibile a “un ambito di misure, concordate e definite a livello europeo e dunque non eludibili, anche per ciò che attiene la loro decorrenza temporale, e che mirano a preservare la salute pubblica in ambito sovrannazionale”. D’altronde, sempre per il Tar Lazio l’eventuale accoglimento della domanda cautelare apporterebbe un “depotenziamento degli strumenti (quali, appunto, quello incentrato sull’utilizzo del cd. Green pass), determinerebbe un vuoto regolativo foriero, nell’attuale fase non del tutto superata di emergenza pandemica, di conseguenze non prevedibili sul piano della salvaguardia della salute”.

Inevase tutte le denunce di illegittimità

Per lo studio legale del giovane sindacato rimangono, di fatto, inevase tutte le denunce di illegittimità poste nel ricorso e le esigenze cautelari d’urgenza sottese, a fronte di una palese violazione del considerando 36 del regolamento comunitario n. 953/2021 richiamato, ancora non corretto nella pubblicazione in lingua italiana nella gazzetta ufficiale europea del 14 agosto 2021, come da denuncia in Corte di giustizia europea (CGUE), e dei dati raccolti comparativi tra la diffusione del covid-19 nei mesi di agosto – ottobre 2020 e 2021 sia nel territorio nazionale sia in altra nazioni dove non è stato introdotto l’obbligo del green pass per il personale scolastico. Pertanto, è in corso di notifica l’appello in Consiglio di Stato per richiedere una nuova sospensione urgente dei provvedimenti impugnati.

La battaglia continua

Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’ordinanza di oggi continua a eludere anche la denuncia sull’azione discriminatoria subita da alcuni lavoratori italiani, cittadini europei, e sulla privazione di alcune libertà personali e diritti inviolabili tutelati dal diritto comunitario. Questa battaglia di civiltà andrà, se necessario, fino alla corte EDU”.