Scuola

Precari 24-36 mesi: immissione in ruolo automatica, lo dice l’Europa

Quelli che il Ministero dell’Istruzione ha reso noti sono dati che possono essere letti in due modi, per quel che riguarda le immissioni in ruolo. Dal punto di vista del Governo vengono visti come dati di cui andare fieri, che dimostrano ciò che di buono è stato fatto e gli obiettivi raggiunti dall’esecutivo finora. Per i sindacati, quelli stessi numeri sono la testimonianza di un fallimento e la prova concreta di ciò che invece non è stato ancora fatto.

Contratti a tempo indeterminato

I dati nazionali sui contratti a tempo indeterminato stipulati forniti dal Governo parlano 87.209 posti aggiuntivi in deroga concessi sul sostegno agli alunni portatori di disabilità, ci sono 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis) e 10.729 tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Secondo la lettura che dà Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sono numeri che registrano il fallimento delle politiche del reclutamento degli ultimi anni. Analizzando questi numeri, si evidenzia come riescono ad accedere al ruolo solo la metà degli insegnanti che il Mef aveva autorizzato.

Precari con 24-36 mesi

Non solo: ci sono unicamente 12mila immissioni con le Gps, graduatorie all’interno delle quali restano ancora in attesa centinaia di migliaia di precari con 24-36 mesi. Molti di questi precari, in base a direttive e risoluzioni UE, oltre che per la Corte di Giustizia europea, dovevano invece essere immessi in ruolo in modo automatico e dire così basta all’abuso dei contratti a termine.

Cattedre in deroga insegnanti di sostegno

Non va meglio se si analizza la situazione degli insegnanti di sostegno. Al momento, le cattedre in deroga, e quindi non utilizzabili per assunzioni a tempo indeterminato e mobilità, sono quasi 90mila. Secondo il sindacato è urgente riuscire a specializzare con Tfa non selettivo in entrata tutti i docenti che lo chiedono. Perchè al momento la situazione parla di un limite ai loro ingressi sulla base delle esigenze degli atenei e non a quelle effettive dei territori.

Il sindacato ritiene anche fondamentale riuscire a spostare in organico di diritto tutti i posti di sostegno. Per fare questo, diventa necessario che non sia più in vigore la Legge 128/2013 che autorizza le deroghe fino al 30 giugno. Sullo sfondo c’è un ingente numero di amministrativi, tecnici e ausiliari non stabilizzati, che assistono impotenti alla cancellazione di 50mila posti verificatasi negli ultimi 12 anni.