Scuola

Sciopero scuola 13 settembre: un male necessario

Lo sciopero scuola del 13 settembre è confermato e servirà per protestare contro il Governo che tarda a dare risposte e soluzioni concrete che consentano di riaprire in sicurezza. Soluzioni che evidentemente, secondo Anief, promotore dell’agitazione, non possono esaurirsi nell’estensione del Green Pass scuola a tutto il personale scolastico interno ed esterno e ai genitori. La sicurezza a scuola non potrà esserci, secondo il sindacato, fino a quando non sarà garantita la distanza minima di sicurezza l’interno delle aule, atavico problema della scuola italiana.

Green Pass inutile e discriminatorio

Pacifico: “Mancano gli spazi minimi nelle aule per realizzare il distanziamento. Avremo il record di supplenti. L’obbligo del green pass è inutile e discriminatorio e non eviterà la DAD”. Il sindacato è consapevole che costringere gli studenti a saltare anche un solo giorno di scuola, dopo le difficoltà degli ultimi mesi, sembra un controsenso e una scelta difficile da comprendere. Ma proprio perchè dolorosa, questa presa di posizione e questa forma di protesta assume ancora più significato, dal momento che consente a chi alza la voce di sottolineare la preoccupazione nei confronti del nuovo anno scolastico che sta per iniziare. Un male necessario insomma.

La paura del sindacato è proprio quella che la didattica a distanza, che sembra scongiurata per il momento, possa tornare a manifestarsi non appena dovessero verificarsi casi di contagio all’interno delle classi. Contagi che i green Pass, secondo i sindacati, non possono scongiurare considerato che non riguardano quella che costituisce la percentuale più alta di presenza all’interno delle scuole, vale a dire gli studenti.

Apprendimento penalizzato

Che andavano quindi tutelati maggiormente, con distanziamento adeguato e classi con un limite di alunni di molto inferiore a quelli che registrano al momento molte scuole italiane. La didattica a distanza ha penalizzato fortemente negli ultimi mesi l’apprendimento degli alunni italiani, ecco perchè ciò che è stato fatto non sembra sufficiente per garantire che non si torni a una condizione simile.

Pacifico: “Da un anno aspettiamo regole nuove sul dimensionamento scolastico, mentre nel 2008 in due mesi furono rubati all’istruzione 10 miliardi. Ora con la variante Delta è stato accertato che il contagio si diffonde anche tra chi ha avuto il vaccino. Continuare a ripetere che l’obbligo vaccinale risolve il problema della DAD e anche quello del distanziamento interpersonale laddove non ci siano le condizioni equivale a mettere a rischio la salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle istituzioni scolastiche, e dei nostri studenti e studentesse. Per questo si sciopera già il primo giorno della campanella. Chi governa deve ascoltare la voce che proviene dal mondo della scuola. Abbiamo bisogno di classi con non più di 15 alunni ogni 35 metri quadri e non di sanzioni e multe per chi non possiede un green pass per libera scelta o perché non può fisicamente permetterselo”.

Tema del precariato

Non c’è solo il tema legato al Green Pass e alla sicurezza tra le motivazioni che spingono i sindacati a protestare. La condizione dei docenti nella scuola italiana è da anni legata a doppio filo al tema del precariato e dell’incertezza, che penalizza i docenti stessi ma che indirettamente costituisce un danno per gli alunni. Precariato significa supplenze, e supplenze significano poca continuità didattica e rischio di un apprendimento dei contenuti penalizzato rispetto a ciò che invece potrebbe essere con un insegnante sempre presente per l’intero ciclo di studi.

Urgono risposte urgenti

Pacifico: “Abbiamo bisogno di organici seri che possano rispondere a questa sfida senza più supplenti chiamati ogni anno. Avremo infatti 180 mila precari nonostante le nuove 50 mila immissioni in ruolo e le 110 mila autorizzate e poco più della metà del cosiddetto organico Covid (peraltro per i docenti da impiegare soltanto per i recuperi). Bisogna ripristinare il doppio canale di reclutamento per evitare l’avviso dei contratti a termine piuttosto che pensare di chiamare gli ennesimi supplenti al posto del personale senza green pass che pure ha lavorato in Dad e in presenza durante la crisi. La scuola merita delle risposte e urgenti. Ancora a giugno con le altre sigle sindacali abbiamo manifestato a piazza Montecitorio per chiedere cambiamenti dopo che il Governo era intervenuto nella scuola unilateralmente sul tema del precariato con l’approvazione del decreto legge sostegno bis. E non siamo stati ascoltati. Ad agosto, il Governo approva alla vigilia della chiusura del Parlamento un altro decreto legge senza consultare le parti sociali che introduce l’obbligo del possesso e dell’esibizione del green pass tra il personale scolastico e universitario e per gli studenti universitari. Abbiamo raccolto in due settimane quasi 150 mila firme per chiederne l’abolizione. A metà settembre in pochi giorni si svolgerà un dibattito parlamentare che avrebbe preteso più rispetto per convertire in legge il provvedimento. Non ci saremo il primo giorno della campanella perché vogliamo esserci a scuola in sicurezza e in presenza tutto l’anno. Chiediamo ascolto. Dialogare significa discutere in due mentre ormai il ruolo del sindacato durante questa crisi si è ridotto a ratificare scelte irragionevoli, senza un preventivo confronto. Siamo pronti a riprendere il dialogo sul tema della sicurezza in classe con dati alla mano e non con slogan”.