Scuola

Rientro in classe: insegnante non vaccinato in due giorni infetta metà classe

In vista della riapertura delle scuole, il virologo Roberto Burioni, pone l’accento sull’importanza della vaccinazione dei docenti, che di fatto dovrebbe consentire ai ragazzi di svolgere le lezioni in sicurezza. Lo fa per sollecitare quel 10% di personale scolastico che ancora non si è vaccinato, e che quindi, non disponendo del Green Pass, rischia di non poter svolgere il proprio lavoro, a meno di esibizione di tampone negativo delle ultime 48 ore.

Egoismo da cavernicoli

Burioni, per sensibilizzare sull’argomento, su Twitter rilancia il tweet di una collega statunitense, Laurie Garrett, ce racconta come un docente non vaccinato positivo alla variante Delta abbia trasmesso il virus fino al 55% dei propri studenti mentre in classe leggevano senza indossare una mascherina. Burioni afferma: “Un insegnante elementare non vaccinato in 2 gg ha infettato il 50% degli studenti. I sindacati della scuola se ne facciano una ragione: non accetteremo mai che la salute dei nostri figli che non si possono vaccinare (<12 anni) venga messa a rischio da egoisti cavernicoli”.

Come sempre da parte di Burioni messaggi e parole forti, senza mezze misure, per contrastare quella parte di popolazione, scolastica e non, ancora refrattaria alla vaccinazione come unico modo per mettere in sicurezza sè e gli altri. Un Tweet che come sempre sta provocando moltissimi plausi ma anche tantissime critiche, nei confronti di un personaggio salito alla ribalta della popolarità ai tempi del Covid grazie alla sue frequenti apparizioni televisive.

La vaccinazione non basta

Ma c’è chi pensa che la vaccinazione non basti, in considerazione delle restanti attuali condizioni generali della scuola italiana: “Se nelle scuole non c’è il distanziamento sociale, pari a due metri quadrati tra ogni studente, all’interno delle aule, rimane impossibile evitare il contagio, anche se si è vaccinati”. Lo sostiene Marcello Pacifico, presidente del sindacato rappresentativo Anief. “È importante – ha continuato – che il Governo si assuma le sue responsabilità e che non le scarichi ancora una volta sul personale: i lavoratori sono gli stessi che nell’ultimo anno e mezzo, anche praticando la dad, dando ampia prova di come si possa comunque garantire il diritto all’istruzione”.

Sciopero il primo giorno di scuola

“Certamente, tutti vogliamo rientrare in presenza in classe, ma in queste condizioni rischiamo di trasformare le” scuole in focolai, ancora di più rispetto all’anno scorso perché sta passando l’idea che chi ha il Green Pass non può diffondere il virus”. Anche per questi motivi è stato deciso di scioperare: “il ministero dell’Istruzione ha inviato a tutte le scuole la comunicazione dello sciopero nazionale Anief in occasione del primo giorno di scuola: riguarderà tutto il personale e la data varierà secondo il calendario scolastico regionale. È bene inviare un segnale forte al Governo, il primo giorno di scuola, per far capire, con una astensione di massa, che sulla scuola non si possono fare scelte unilaterali”.