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Fase transitoria: concorso scuola semplificato penalizzerà merito e giovani

Il programma per la Buona Scuola di Renzi, nonostante le dimissioni del premier, va avanti e dopo il maxi-piano che nel 2015 ha stabilizzato circa 90mila professori, si prevedono a settembre nuove assunzioni. Ora il rapporto alunni/insegnanti è a 9 a 1, l’obiettivo è ridurlo ancora.







Con l’inizio dell’anno scolastico l’intenzione è di unire al turn over (da coprire al 50% stabilizzando precari storici delle «Gae» e al restante 50% da concorsi) le cattedre trasformate da «organico di fatto» in «organico di diritto».

Non è sufficiente. Ai 400 milioni l’anno, stanziati con la precedente legge di Bilancio per questa manovra, si assocerà la cosiddetta fase transitoria che porterà al nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti previsto da uno dei Dlgs attuativi della Buona Scuola.

In questa fase via libera ai concorsi “semplificati” che hanno l’obiettivo di portare in cattedra stabilmente almeno ulteriori 60mila precari. Si tratta di precari presi soprattutto dalle seconde fasce d’istituto, ma anche dai non abilitati con 36 mesi di servizio alle spalle.

La fase transitoria dovrebbe durare 4-5 anni in attesa dell’arrivo dei docenti formati con il nuovo sistema. Le critiche a questo sistema sono che potrebbe non premiare il merito e i giovani. Questo in virtù del fatto che le selezioni potrebbero essere abbastanza semplici da superare e che i più giovani dovranno aspettare ancora diversi anni per una cattedra. Lasciando nel frattempo, come al solito, tanti precari al Sud e tante cattedre vacanti al Nord.