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Concorso scuola laureati 2019: come conseguire i 24 CFU

A breve sarà disponibile il bando per il nuovo concorso per la scuola secondaria aperto ai laureati che abbiano conseguito 24 CFU nelle discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche. Il requisito di accesso al concorso 2019 è la che dia accesso all’insegnamento. Quindi laurea vecchio ordinamento o laurea specialistica o magistrale.

La laurea deve avere il piano di studi idoneo per l’insegnamento. Questo significa che deve includere tutti i CFU utili per accedere alle classi di concorso richieste.







C’è poi il discorso relativo al requisito di accesso dei 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

Il conseguimento dei 24 CFU non comporta la dispensa dai CFU che mancano nel piano di studi. Questi vanno comunque integrati.

Coloro i quali non hanno ancora provveduto, nonostante nella passata legislatura si sia parlato dell’obbligo del conseguimento, possono rivolgersi alle Università che organizzano percorsi formativi. C’è anche la possibilità che si possano ottenere dei CFU dalla valutazione della propria laurea o da percorsi aggiuntivi.

E’ bene tenere a mente che le università statali non possono chiedere più di 500 euro per il corso che da diritto ai 24 CFU, da ridurre in proporzione al reddito e al numero di crediti da conseguire.

I 24 CFU potranno essere acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare.

I crediti potranno essere acquisiti esclusivamente presso enti interni al sistema universitario o dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Si potranno acquisire per modalità telematica un massimo di 12 crediti. Potranno essere riconosciuti anche i crediti conseguiti nell’ambito di Master, Dottorati di ricerca, Scuole di specializzazione.

Sei crediti, inoltre, vanno acquisiti in almeno tre di questi ambiti disciplinari:

1) pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;

2) psicologia:

3) antropologia;

4) metodologie e tecnologie didattiche.

La legge è ancora da approvare, dunque non sono da escludere modifiche.