La fine dell’anno è vicina e al contrario dell’ultimo rinnovo di contratto docenti e Ata, non si farà in tempo a garantire aumenti di stipendio e saldo degli arretrati ni tempo per le festività di Natale. Un obiettivo che sarebbe stato importante per garantire delle festività più serene al settore scolastico in attesa di veder adeguati gli stipendi a quelli del resto dei colleghi della pubblica amministrazione e della media europea.
Il bonus in arrivo
Il ritardo con cui è avvenuto il rinnovo impedirà però di garantire gli aumenti e il saldo degli arretrati entro Natale. C’è anche da corrispondere il bonus una tantum di circa 140 euro in media a dipendente della scuola.
Se ne riparla l’anno nuovo, quando in busta paga si vedranno gli effetti del rinnovo di contratto 2022-2024 per il quale lo Stato ha accordato un aumento del 6,1%. Inutile illudersi che possa avere un impatto importante sulla busta paga, perché una parte di questo aumento è già presente in busta paga sotto forma di IVC e anticipo del rinnovo contrattuale. Docenti e personale Ata ne percepiscono già da diversi mesi il 3,85%.
Ora non resta che attendere la firma del contratto definitivo. Le parti avrebbero voluto garantire gli aumenti per la fine dell’anno, ma il ritardo con cui è arrivato l’accordo ha impedito di rispettare queste tempistiche.
I prossimi aumenti
Con l’ufficialità dell’aumento, il personale scolastico troverà un aumento lordo mensile e nel pagamento degli arretrati relativi ai mesi precedenti la firma. Gli arretrati saranno calcolati moltiplicando l’importo dell’anticipo per 26 mensilità circa. Quando arriveranno aumenti e saldo? Si prevede tra fine gennaio e febbraio, con tassazione separata più favorevole.
Il rinnovo contrattuale garantirà una RPD dei docenti del 5%, con il CIA del personale ATA e l’indennità di direzione dei DSGA del 10%. L’aumento effettivo in busta paga per ogni dipendente sarà simile all’attuale anticipo del rinnovo contrattuale. Poi dal 2027 una volta ufficializzato il rinnovo del contratto 2025-2027, ci sarà un ulteriore incremento di altri 140 euro circa, in media.