Supplenti brevi: stipendi entro 30 giorni ma non li ricevono da inizio anno, ma per il Ministero i fondi ci sono

Sembra ancora lontana da una risoluzione la questione del ritardo dei pagamenti per i supplenti brevi, docenti per i quali al danno di non essere in possesso di contratti a tempo indeterminato si aggiunge anche la beffa di essere precari e di non poter contare su scadenze certe per l’ottenimento delle retribuzioni.

Lavoro e incertezza

Ci sono molti casi e segnalazioni di supplenti brevi che dall’inizio dell’anno lavorano ma che non hanno ancora percepito lo stipendio, e l’aggravante è che non c’è nemmeno un’indicazione di massima di quando questo potrà avvenire.

Un diritto di ogni lavoratore, quello di percepire regolarmente e in tempo lo stipendio, che diventa una situazione ancor più drammatica nel momento in cui si tratta di genitori con figli piccoli che non riescono ad arrivare a fine mese.

Alla soddisfazione di insegnare da precari, anche se per periodi limitati e brevi, fa da contrasto la rabbia di sapere già che lo stipendio arriverà in ritardo.

Molti devono sottostare all’umiliazione di chiedere aiuto e prestiti a persone vicine, per chi ha la fortuna di averle, Per gli altri il tutto è ancora più drammatico.

La procedura burocratica

Ma da cosa dipendono questi sistematici ritardi. La normativa prevede che i supplenti brevi dovrebbero ricevere lo stipendio entro 30 giorni. I passaggi burocratici sanciscono che il dirigente scolastico, una volta verificati e convalidati i dati contrattuali entro tre giorni lavorativi, deve autorizzare il pagamento tramite il sistema informativo Sidi. A quel punto NoiPA, la piattaforma del ministero dell’Economia, effettua i versamenti ai docenti.

Compito della Ragioneria generale dello Stato, in base alle rate autorizzate, è quello di assegnare alle scuole le risorse necessarie per pagare i supplenti. Ma molte scuole non ricevono i fondi a causa dei ritardi dello Stato.

La posizione del ministero

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito assicura che “ad oggi, a differenza di quanto avvenuto in passato, non sussistono problemi di natura finanziaria, le attuali disponibilità finanziarie dei pertinenti capitoli di bilancio del Ministero sono pienamente sufficienti a garantire la copertura dei ratei stipendiali dovuti nei mesi di settembre e ottobre”. Quindi i fondi ci sono e i ritardi non sono attribuibili alla diretta responsabilità del ministero.