La pausa estiva non ha certamente portato beneficio alla trattativa per il rinnovo del contratto scuola, che avrà al centro l’aumento degli stipendi dei docenti e del personale scolastico in genere ma non solo. Si parlerà anche dei buoni pasto, nuovo cavallo di battaglia di Anief che promette di dividere le parti e che rischia di rimandare ulteriormente la firma dell’accordo.
Le tempistiche per il rinnovo
Intanto, il rinvio della firma porta inevitabilmente al rischio che gli aumenti non possano essere inseriti negli stipendi entro fine anno, unitamente al saldo degli arretrati. Proprio l’estate era la linea temporale di confine individuata da Aran per rispettare questo tipo di tempistiche, ma a questo punto la possibilità sembra sfumata.
Il prossimo appuntamento con le trattative è fissato per il prossimo 4 settembre, a ridosso dell’avvio del prossimo anno scolastico, quando all’Aran le parti approfitteranno dei prossimi lavori per la Legge di Bilancio per trovare i fondi utili a ottenere gli obiettivi prefissati.
Al momento l’accordo più probabile per gli aumenti stipendiali sembra essere sulla base dei 140 euro medi di aumento, lordi. Difficile che si vada oltre questa cifra, a meno che non si trovi qualche altra strada.
Assegno una tantum
In questo senso c’è già una proposta di Anief, con Marcello Pacifico che propone di sfruttare i 500 milioni che potrebbero essere sbloccati come risorse da utilizzare sotto forma di assegno una tantum per il personale scolastico.
Si partirebbe dai 36,9 milioni risparmiati e ancora nella disponibilità del Ministero per i nuovi profili ATA attivi dal 1° settembre 2026, per arrivare ai 386 milioni destinati alla valorizzazione del sistema scolastico per il triennio 2025‑2027. Altri fondi sarebbero disponibili facendo ricorsi ai risparmi dal dimensionamento per incrementare il salario accessorio degli ex Dsga, le risorse per l’assicurazione sanitaria e il compenso per la formazione incentivante.