Scuola

Corsi Indire sostegno: sperimentazione limitata al 2025, in molte regioni i posti riservati ai docenti specializzati sono coperti da personale non qualificato

I docenti specializzati sul sostegno formati in Europa seguono percorsi regolamentati analoghi ai TFA italiani, con 60 CFU che includono laboratori, insegnamenti disciplinari, tirocinio e prova finale. La normativa europea (Direttiva 2005/36/CE) e le sentenze italiane confermano l’obbligo di riconoscere questi titoli se equivalenti, prevedendo misure compensative per eventuali discrepanze. Lo sostiene il Comitato Scuola DPSE (Docenti Precari Specializzati in Europa) che difende con forza la validità di questi titoli e plaude all’iniziativa del ministero di avviare nel 2025 i Corsi Indire.

Le accuse di titoli comprati

Le accuse di “titoli comprati” ai docenti formati all’estero sono infondate, poiché i percorsi rispettano le normative e prevedono costi analoghi a quelli italiani. È ingiusto anche attaccare i corsi INDIRE, creati per sanare criticità nel riconoscimento dei titoli esteri e rispondere alla carenza cronica di docenti di sostegno qualificati, specialmente in aree svantaggiate.

Sentenze recenti ribadiscono che l’equivalenza, non l’identità, è sufficiente per il riconoscimento dei titoli esteri e che la libera circolazione delle competenze deve essere garantita. Il Governo, con il DL 71/2024, ha introdotto soluzioni strutturali per affrontare il problema, promuovendo un sistema educativo inclusivo e meritocratico. Garantire la parità tra percorsi italiani ed europei è essenziale per i diritti degli studenti e la qualità dell’istruzione.

Sperimentazione limitata

Tornando ai Corsi indire, secondo il Comitato scuola DPSE, si tratta di “percorsi hanno una sperimentazione limitata al 2025 e sono una risposta concreta a un problema che affligge il nostro sistema educativo da anni: l’assenza di stabilità per gli studenti e per i docenti, aggravata dalla cronica carenza di insegnanti di sostegno qualificati. Non si può ignorare che, mentre si punta il dito contro i corsi INDIRE, accusandoli di “regalare” specializzazioni, si dimentica facilmente la realtà drammatica: in molte regioni, i posti riservati ai docenti specializzati sono coperti da personale non qualificato, privando gli studenti con disabilità di un diritto fondamentale”.

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