Supplenze 2024: docenti “falsi rinunciatari”, sentenza del tribunale contesta algoritmo ma la procedura non cambia

I sindacati sono sul piede di guerra per l’evoluzione che sta avendo l’assegnazione delle supplenze tramite algoritmo, sulla falsariga di quanto avvenuto negli scorsi anni. Una procedura che di fatto non sta tenendo conto di quanto stabilito recentemente dal Tribunale del lavoro di Roma, che ha considerato l’operato dello scorso anno dell’algoritmo illegittimo.
Presupposti illegittimi
Operato che si sta verificando anche quest’anno. L’illegittimità si basa sul fatto che, secondo il Tribunale del lavoro di Roma: “l’algoritmo utilizzato per l’assegnazione delle supplenze ha operato su presupposti illegittimi, considerando indebitamente la docente quale rinunciatari” e ha riconosciuto il diritto della ricorrente a ricoprire l’incarico di supplenza per l’anno scolastico, al risarcimento del danno per le retribuzioni perdute e all’attribuzione del punteggio complessivo di 12 punti”.
In questi giorni però vengono pubblicati sia i bollettini relativi al primo turno di nomina che quelli, in alcune province, relativi alle seconde nomine (pochi per la verità). In questo caso, si sta evidenziando come per la pubblicazione del secondo bollettino di nomine da GPS i docenti con punteggi alti e posizioni migliori in graduatoria sono state/i considerati indebitamente rinunciatarie/i.
Graduatorie con errori
I sindacati, Cobas in particolare, denuncia questa situazione definendola illegittima. Il problema di partenza è che si sta operando sulla base di graduatorie definitive pubblicate contenenti numerosi errori, soprattutto sui titoli.
Questo comporta che nel momento in cui un docente accetta la nomina, sarà compito della scuola procedere con la valutazione dei titoli. L’esito di questa procedura è che a molti sarà assegnato un punteggio più basso. Ma poi tra qualche mese, questi docenti perderanno la supplenza.
Una procedura che penalizza la continuità didattica e i docenti che ambiano a quella cattedra che doveva e poteva essere assegnata a chi era in possesso di un punteggio corretto. L’unica soluzione diventa a quel punto attribuire la supplenza a un docente avente diritto mediante graduatorie di Istituto. Il motivo è che per come è settato, l’algoritmo non è previsto che torni indietro.
I falsi rinunciatari
Quel che i sindacati contestano, in particolar modo è che è inaccettabile considerare “rinunciatario” un collega che non ha mai ottenuto una proposta di lavoro. Un’interpretazione sbagliata che non può essere consentita sia dal punto di vista giuridico che normativo.