Scuola

Assunzione diretta docenti: insegnanti in ruolo per chiamata diretta delle scuole, “i concorsi hanno fallito”

Le difficoltà dell’algoritmo e il super lavoro cui sono chiamate in questi giorni le segreterie scolastiche nel controllare le graduatorie gps, in ritardo, e nel far firmare le prese di servizio docenti per le prime nomine Gps, prestano il fianco alle critiche nei confronti di un sistema che continua a mostrare i suoi limiti.

Assunzioni dirette del personale

C’è chi chiede il ritorno alla convocazione in presenza, come qualche anno fa, per ovviare alla poca trasparenza di un algoritmo che non torna indietro e che non sempre rispetta i punteggi in graduatoria dei docenti. E c’è chi invece è per una soluzione più radicale, che va oltre la procedura di convocazione per le supplenze e che riguarda in generale le assunzioni nel mondo della scuola.

L’associazione nazionale presidi torna sul cavallo di battaglia della chiamata diretta da parte delle scuole: “È giunto il momento di fare come fanno quasi tutti i Paesi esteri e cioè far sì che siano le scuole a dovere assumere direttamente il personale, se così si facesse si riuscirebbe a riportare alla normalità questa situazione che vede mancare una percentuale di docenti di ruolo che oscilla tra il 20 e il 25%, quindi una percentuale assolutamente un po’ alta” di insegnanti precari.

A farsi portavoce di un pensiero diffuso tra i dirigenti scolastici è il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.

Le tempistiche del nuovo anno scolastico

Sulle tempistiche dell’avvio del nuovo anno scolastico Giannelli spiega che “la scuola è sempre pronta a partire a settembre, perché è un po’ il suo compito. Chiaramente un conto è avere tutti i supplenti al loro posto e va dato atto al ministro di aver meritoriamente operato per far sì che le cose stiano in questo modo”.

Ciò che non funziona è in generale il sistema relativo all’assunzione tramite i concorsi, con troppo pochi docenti di ruolo rispetto ai precari: “c’è un problema che non riusciamo a risolvere, ma non lo può risolvere nessun ministro perché è un problema strutturale, che riguarda la percentuale di docenti di ruolo che occupano le cattedre stesse. Il problema di assicurare i supplenti in modo che ci siano docenti su tutte le cattedre nasce perché non ci sono dappertutto i docenti di ruolo, questo il sistema dei concorsi non è riuscito a garantirlo in oltre mezzo secolo di vita repubblicana”.

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