Nonostante gli aumenti garantiti dai rinnovi di contratto recenti, la scuola italiana resta caratterizzata dall’atavico problema delle retribuzioni basse.

Secondo i sindacati, una piaga resa ancora più insostenibile in virtù di come è stata gestita l’indennità di vacanze contrattuale.

Il problema affonda le radici sin dagli ultimi giorni dello scorso anno, quando è stato pagato l’ultimo assegno del 2023. Infatti lo stipendio che hanno ricevuto a dicembre i dipendenti della scuola di ruolo, o con il cedolino di marzo i precari, è quattro volte inferiore a quello che avrebbero dovuto avere come arretrati.

Secondo i sindacati, si tratta di un problema che riguarda tutto il personale della scuola e che lo Stato potrebbe risolvere versando almeno 3-4.000 euro di arretrati di indennità di vacanza contrattuale come anticipo per il periodo 2022-2024.