Economia & Fisco

Stipendio docenti marzo 2024: ridotto da addizionali locali, mancano all’appello anche gli arretrati pieni

I docenti e il personale ATA delle scuole sono nuovamente delusi poiché, il 22 marzo, molti dipendenti, inclusi quelli a tempo indeterminato o con contratti fino a giugno o agosto 2024, hanno ricevuto lo stipendio scoprendo il ritorno delle addizionali regionali e comunali. Questo riguarda circa il 90% del personale, oltre un milione di dipendenti.

Le due facce della medaglia

Fortunatamente, grazie al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2019/21, firmato all’Aran con ampia approvazione sindacale il 18 gennaio scorso, i lavoratori della scuola hanno ottenuto un aumento medio mensile. I docenti hanno beneficiato di un aumento di 124 euro, i Dsga di 190 euro e gli ATA di 90 euro, oltre a un aumento del 8,4% per il compenso individuale accessorio, del 5,2% per la retribuzione professionale docente e del 39,3% per i Dsga.

Le notizie positive finiscono qui, soprattutto se si affronta il tema degli arretrati.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, gli arretrati pagati dall’amministrazione sono molto inferiori a quanto dovuto. Lo Stato ha erogato solo una frazione degli aumenti previsti dal CCNL 2022/24. Mancano diversi zeri, fino a quasi 3.000 euro in alcuni casi, e si consiglia di richiederli tramite un’istanza precisa o un ricorso legale per bloccare eventuali prescrizioni. I precari possono recuperare fino a 1.500 euro finora non inclusi nella busta paga.

La strategia dello Stato

Come mai le somme pagate sono molto al di sotto di quanto dovuto? Secondo il sindacato, lo Stato dovrebbe versare mensilmente la metà dell’inflazione programmata, ma trattiene i soldi in attesa del rinnovo contrattuale. Secondo Pacifico l’unica soluzione è quella di intraprendere azioni legali per il recupero della piena indennità di vacanza contrattuale, come previsto dalla legge. Oltre 3.000 persone hanno già richiesto una diffida.

Per determinare quanto spetta a ciascun lavoratore per gli arretrati, è sufficiente controllare il cedolino dello stipendio: si prende in considerazione l’assegno ricevuto a dicembre 2023, si divide per 13 mensilità e si moltiplica per la tabella fornita dall’Anief. Ogni dipendente scoprirà di avere diritto a arretrati che vanno dai 2.000 ai 4.000 euro.

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