Se da un lato per i docenti ingabbiati arriva la buona notizia dell’avvio imminente dei percorsi abilitanti a loro riservati, dall’altro lato non ci sono novità positive per quel che riguarda la mobilità 2024. La procedura organizzata dal ministero prevede che i docenti possano presentare domanda fino al 16 marzo. La procedura è telematica e viene gestita da Istanze online, dove i diretti interessati possono allegare le dichiarazioni necessarie.

Finestra temporale incompatibile

Questa collocazione temporale di fatto esclude i docenti “ingabbiati” dalla possibilità di rientrare nella procedura dal momento che non avranno fatto in tempo a terminare il loro percorso formativo utile a ottenere l’abilitazione finalizzata alla richiesta di passaggio di cattedra o di ruolo.

Per questa categoria di docenti già abilitati in altro grado o classe di concorso o specializzati sostegno è stato pensato un percorso universitario ad hoc da 30 CFU utile a ottenere un’altra abilitazione per la quale sono in possesso del titolo di studio di accesso.

Fanno parte di questo gruppo di docenti anche quelli che possiedono specializzazione su sostegno, che hanno avuto accesso al corso di sostegno solo con il titolo di studio, senza abilitazione su disciplina.

Niente domanda, nemmeno con riserva

Per loro però non ci sono i tempi tecnici per usufruire di mobilità professionale, ovvero di inoltrare la richiesta di passaggio di cattedra e/o ruolo per insegnare in altro grado o altra classe di concorso.

Si sperava che l’avvio dei corsi da 30 CFU non ritardasse così tanto. Le tempistiche attuali sono incompatibili con le domande per la mobilità.

Questo significa che per il 2024 questi docenti non potranno presentare domanda di mobilità, neanche con riserva.

Via libera invece per i docenti che potranno beneficiare dell’accorpamento di alcune classi di concorso, disposto con dm n. 255/2023. I sindacati riferiscono che i docenti già abilitati per una delle classi di concorso dell’accorpamento possano essere considerati abilitati anche per l’altra.

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